Il giovane Pierre (Gérard Philipe) si dirige verso un piccolo albergo poco raccomandabile di un paesino della Normandia dove aveva passato l'infanzia. È accusato di omicidio, e un uomo lo ricatta: una ragazza (Madeleine Robinson) potrebbe aiutarlo ma per Pierre, forse, è ormai troppo tardi. Malinconico dramma scritto da Jacques Sigurd, è probabilmente il miglior film diretto da Yves Allégret. Il regista francese orchestra perfettamente tutte le parti di cui la pellicola è composta: la narrazione è statica ma comunque coinvolgente, la fotografia elegante, gli interpreti in buona forma. L'elemento che colpisce di più, però, è l'atmosfera tragica che l'attraversa, desolata e desolante, come la vita che ha fatto il protagonista Pierre, un ragazzo dal destino già segnato che tanto ricorda alcuni antieroi del cinema noir americano di quegli anni (si pensi al personaggio interpretato da Burt Lancaster ne I gangsters di Robert Siodmak, del 1946). Notevole accompagnamento musicale di Maurice Thiriet. Rieditato con il titolo (decisamente più appropriato) La via del rimorso.