La viaccia
1961
Paesi
Italia, Francia
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
100 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Mauro Bolognini
Attori
Jean-Paul Belmondo
Claudia Cardinale
Romolo Valli
Pietro Germi
Paul Frankeur
Fine Ottocento. Stefano Casamonti (Pietro Germi) manda suo figlio Amerigo (Jean-Paul Belmondo) a studiare a Firenze da suo fratello Ferdinando (Paul Frankeur). Quest'ultimo è vittima di una salute malferma, e Stefano spera così di ingraziarselo per questioni ereditarie. Ma, una volta arrivato in città, Amerigo s'innamora di una prostituta, Bianca (Claudia Cardinale), mandando all'aria i piani paterni.
Adattamento del romanzo omonimo di Mario Pratesi, sceneggiato per il grande schermo da Pratolini, Festa Campanile e Franciosa. Nonostante l'importante nome letterario di riferimento, Bolognini ne fa un'opera personale e simile, per tematiche e poetica, ad alcuni suoi lavori precedenti come Giovani mariti (1958), La notte brava (1959) o La giornata balorda (1960). Attraverso un minuzioso studio sui personaggi, il regista approfondisce le psicologie dei diversi protagonisti, a partire da Stefano, un ragazzo che interrompe l'eterna tradizione contadina dei Casamonti, creando scompiglio in famiglia. In un mondo, quello dei padri, dove contano soltanto il possesso e la proprietà, il giovane rompe le regole e s'interessa unicamente ai sentimenti, innamorandosi di una prostituta e, per giunta, di città. Con straordinario rigore formale, Bolognini firma così uno dei suoi film più profondi, intensi, raffinati. Meraviglioso il lavoro del direttore della fotografia Leonida Barboni, magnifici i costumi di Piero Tosi e impeccabili le scenografie di Flavio Mogherini. Trovare dei difetti è quasi impossibile, anche perché gli attori sono tutti bravissimi.
Adattamento del romanzo omonimo di Mario Pratesi, sceneggiato per il grande schermo da Pratolini, Festa Campanile e Franciosa. Nonostante l'importante nome letterario di riferimento, Bolognini ne fa un'opera personale e simile, per tematiche e poetica, ad alcuni suoi lavori precedenti come Giovani mariti (1958), La notte brava (1959) o La giornata balorda (1960). Attraverso un minuzioso studio sui personaggi, il regista approfondisce le psicologie dei diversi protagonisti, a partire da Stefano, un ragazzo che interrompe l'eterna tradizione contadina dei Casamonti, creando scompiglio in famiglia. In un mondo, quello dei padri, dove contano soltanto il possesso e la proprietà, il giovane rompe le regole e s'interessa unicamente ai sentimenti, innamorandosi di una prostituta e, per giunta, di città. Con straordinario rigore formale, Bolognini firma così uno dei suoi film più profondi, intensi, raffinati. Meraviglioso il lavoro del direttore della fotografia Leonida Barboni, magnifici i costumi di Piero Tosi e impeccabili le scenografie di Flavio Mogherini. Trovare dei difetti è quasi impossibile, anche perché gli attori sono tutti bravissimi.
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