1947. Dopo 300 anni il dominio dell'Impero Britannico in India si avvicina alla fine. Ad accompagnare la delicata transizione del Paese verso l'indipendenza è il nipote della Regina Vittoria, Lord Mountbatten (Hugh Bonneville), che con la moglie e la figlia si stabilisce per sei mesi nel Palazzo del Viceré a Delhi.
Presentato fuori concorso al Festival di Berlino 2017, Il palazzo del viceré è un polpettone storico che racconta il tramonto di un Impero con enfasi, ma senza l’adeguato respiro spettacolare. A un’epica che annoia più che coinvolgere si aggiungono messaggi di denuncia e militanza politica, inerenti all’ostilità tra le diverse comunità religiose: la mediazione tra induisti, musulmani e sikh appare impossibile e si racconta il conflitto che sfocia nella cosiddetta “partition” fra India e Pakistan. Le vicende interne al Palazzo si mescolano con quelle sociali e politiche all’esterno, senza però il giusto equilibrio e la pellicola finisce presto per girare a vuoto e non interessare come avrebbe voluto. Gurinder Chadha, nota per Sognando Beckham (2002), non ha la mano per incidere e gli spunti di contenuto che vorrebbe portare avanti rimangono poco pregnanti e ancor meno capaci di scuotere. Anche il cast non s’impegna a dovere.