Violent Virgin
Gewalt! Gewalt: shojo geba-geba
1969
Paese
Giappone
Generi
Drammatico, Sperimentale
Durata
66 min.
Formati
Colore, Bianco e Nero
Regista
Koji Wakamatsu
Attori
Eri Ashikawa
Toshiyuki Tanigawa
Miki Hayashi
Atsushi Yamatoya
Condotti legati e bendati in una landa desolata, il giovane Hoshi (Toshiyuki Tanigawa) e la bella Hanako (Eri Ashikawa) vengono umiliati e torturati da alcuni yakuza. Eletto “capo per un giorno”, Hoshi è costretto a fare sesso con le ragazze della gang mentre Hanako viene appesa ad una croce.
Scritto in tre giorni da Atsushi Yamatoya sotto lo pseudonimo di Izuru Deguchi, Violent Virgin è uno dei film più ermetici e stratificati di Koji Wakamatsu, prolifico regista di pinku eiga (film erotici a basso costo) d'avanguardia, che qui porta a compimento i richiami onirico-surreali disseminati nel suo cinema già a partire da Embrione (1966), costruendo un poema allegorico per immagini che prefigura il Salò (1975) di Pier Paolo Pasolini, nella misura in cui per entrambi il potere esercita la sua supremazia attraverso il controllo del sesso. Come se si trovasse ancora di fronte agli spazi chiusi e claustrofobici dei suoi film precedenti ‒ l'appartamento del già citato Embrione, il dormitorio di Angeli violati (1967), il tetto di Su su per la seconda volta vergine (1969) ‒ Wakamatsu rende le brulle steppe di Gotemba, ai piedi del Monte Fuji, un'opprimente prigione “senza sbarre”: battuta da un sole cocente o immersa nell'oscurità della notte, è l'ennesima stanza metafisica del suo cinema da cui è impossibile evadere. Va dunque in scena un carnevale di morte in cui i ruoli si capovolgono senza apparente controllo (a partire dal protagonista che da ostaggio viene fatto capo e da vittima diventa carnefice), e dove il continuo rimando a simboli e iconografia cristiani (la croce che si erge nel deserto, la raccolta del sangue sgorgato dalla donna) attribuisce al racconto un'aura sacrale e fuori dal tempo. Evitando qualsiasi riferimento alle contingenze sociopolitiche del periodo, Wakamatsu radicalizza il suo sentimento di ribellione e si schiera ancora una volta contro ogni forma di autorità lecita o illecita.
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