I vivi e i morti
House of Usher
1960
Paese
Usa
Genere
Horror
Durata
79 min.
Formato
Colore
Regista
Roger Corman
Attori
Vincent Price
Mark Damon
Myrna Fahey
Harry Ellerbe
Roderick (Vincent Price) e Madeleine (Myrna Fahey), fratello e sorella, ultimi discendenti degli Usher – famiglia su cui grava un'antica maledizione – vivono rinchiusi nella loro dimora. Catalettica e con problemi cardiaci, Madeleine è preda di una morte apparente: il fratello, pur sapendo la verità, la seppellisce viva in una cripta.
Il primo film di Roger Corman tratto dai romanzi di Edgar Allan Poe (in questo caso La caduta della casa degli Usher) è un gioiello d'inventiva, che sopperisce al budget medio (200 mila dollari: non poco, comunque, per gli standard del regista) con effetti di grande creatività e una sceneggiatura incalzante firmata da Richard Matheson. Il modello è il cinema gotico più artigianale (ombre, ragnatele, nebbia) ma le ambientazioni sono studiate alla perfezione e il tutto è attraversato da uno spirito decadente e inquietante. Oltre all'apparato visivo – alla fotografia c'è il fidato Floyd Crosby – quello che interessa a Corman è approfondire (anche grazie a lunghi dialoghi) la psicologia e le psicosi del protagonista, interpretato da un Vincent Price in stato di grazia. Nessuno degli altri attori riesce a tenergli testa, ma con una performance del genere sarebbe stato difficile per chiunque. Ottimo finale che chiude una pellicola contrassegnata da un forte crescendo emotivo. Nella stessa stagione uscì anche La maschera del demonio di Mario Bava, con il quale I vivi e i morti (e così diverse successive pellicole di Corman) ha più di un punto in comune.
Il primo film di Roger Corman tratto dai romanzi di Edgar Allan Poe (in questo caso La caduta della casa degli Usher) è un gioiello d'inventiva, che sopperisce al budget medio (200 mila dollari: non poco, comunque, per gli standard del regista) con effetti di grande creatività e una sceneggiatura incalzante firmata da Richard Matheson. Il modello è il cinema gotico più artigianale (ombre, ragnatele, nebbia) ma le ambientazioni sono studiate alla perfezione e il tutto è attraversato da uno spirito decadente e inquietante. Oltre all'apparato visivo – alla fotografia c'è il fidato Floyd Crosby – quello che interessa a Corman è approfondire (anche grazie a lunghi dialoghi) la psicologia e le psicosi del protagonista, interpretato da un Vincent Price in stato di grazia. Nessuno degli altri attori riesce a tenergli testa, ma con una performance del genere sarebbe stato difficile per chiunque. Ottimo finale che chiude una pellicola contrassegnata da un forte crescendo emotivo. Nella stessa stagione uscì anche La maschera del demonio di Mario Bava, con il quale I vivi e i morti (e così diverse successive pellicole di Corman) ha più di un punto in comune.
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