Un lattaio (Paul Le Mat) che ha un bel po' di problemi con la moglie (Mary Steenburgen) per via del suo essere spendaccione, va in soccorso di un ferito nel deserto un po' sclerato, che si rivela essere nientepopodimeno che Howard Hughes. Con gli strumenti satirici della commedia e delle sue implicazioni più taglienti, Demme si divincola forse definitivamente dalla sua militanza cormaniana e si affida a una nuova, più personale, cassetta degli attrezzi: il linguaggio rabberciato degli esordi lascia il posto a un'idea fresca e rinnovata della commedia americana che sorge all'alba degli anni '80, tutta votata a discernere, col sorriso sulle labbra ma anche con una certa intransigenza, le contraddizioni e le buffonesche ingenuità di cui l'identità americana sa nutrirsi fino a scoppiare. Con una bulimia che, da lì a poco, avrebbe assunto i tratti nitidi e ufficiali del reaganismo e che qui, fortunatamente, è ancora favola parossista, scambio di persona, gioco paradossale.