Suzanne (Juliette Binoche), una marionettista, vive col giovane figlioletto Simon (Simon Iteanu) in un appartamento parigino. La figlia Louise (Louise Margolin) è a Bruxelles ed è stata cresciuta anch'essa senza il supporto del marito, che ha abbandonato la moglie a suo tempo. Suzanne, per farsi aiutare con le faccende domestiche, prende in casa una ragazza universitaria (Fang Song) che trascinerà il figlioletto della donna in un'atmosfera stramba e sognante. Il primo film non asiatico di Hou Hsiao-hsien (Città dolente del 1989, Millenium Mambo del 2001), girato con un'attrice simbolo del cinema francese come protagonista, Juliette Binoche, si porta addosso i segni di tale slittamento geografico. Per un regista e un artista così legato alla sua Taiwan, e al racconto delle proprie origini, trovarsi in terra straniera produce una certa artefatta impalpabilità e la sensazione, percepibile anche dallo spettatore, di trovarsi letteralmente fuori posto. L'evasione fiabesca, rispecchiata fin dal titolo, è altrettanto lontana dal potersi dire convincente, e non salva affatto quest'opera di Hou Hsiao-hsien, e tantomeno ne rispecchia il valore abituale, elaborandone piuttosto una specie di copia stereotipata accettabile solo per l'esportazione. Buona, probabilmente, solo per chi non conosce il regista da vicino, e assolutamente inadeguata al cospetto della statica purezza contemplativa del suo cinema. Il mestiere della protagonista non può non rimandare a un altro successo dell'autore, Il maestro burattinaio (1993). Film d'apertura della sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes del 2007.