Distrutto dall'alcolismo e dai traumi della guerra, Paddy Conlon (Nick Nolte) cerca di riscattarsi allenando il figlio Tommy (Tom Hardy), con cui da anni non aveva contatti, in vista di un torneo di arti marziali. Anche il fratello maggiore Brendan (Joel Edgerton), bisognoso di denaro, decide di parteciparvi: la lotta, violenta e senza regole, farà emergere vecchi rancori mai sopiti.

Dramma a sfondo sociologico diretto da Gavin O'Connor (anche sceneggiatore con Anthony Tambakis e Cliff Dorfman), che tenta di tratteggiare il riscatto, morale e materiale, dei protagonisti (con un'attenzione particolare per il personaggio del rancoroso Tommy) attraverso una esemplificativa e moraleggiante parabola sportiva. Crisi economica, scontri talmente viscerali da risultare archetipici (i due fratelli, sorta di Caino e Abele contemporanei, con tutte le sfumature del caso) e un passato con cui chiudere i conti per ricominciare a vivere: O'Connor mette troppa carne al fuoco, mostrando più di un'incertezza nelle scelte narrative e innervando il tutto di una retorica a tratti insostenibile. Lo stile, comunque, guarda ai classici del genere ed è abbastanza lineare da apparire coerente, il che non è poco. Cast in gran forma, con menzione per un camaleontico Tom Hardy e per il dolente Nick Nolte, candidato a un Oscar come attore non protagonista. Musiche di Mark Isham. Più di un parallelismo con The Fighter (2010) di David O. Russell.