L'Avana, 1990. René González (Edgar Ramirez) è un pilota di aerei cubano che diserta contro il proprio Paese lasciando moglie (Penelope Cruz) e figlia. Si dirige a Miami, dove inizierà una nuova vita come spia di un gruppo di dissidenti che lavora ogni giorno al fine di destabilizzare il regime di Castro.

A un solo anno di distanza dalla commedia originale Il gioco delle coppie (2018), Olivier Assayas torna alla regia cambiando completamente il tono e la struttura del suo lavoro. Wasp Network è infatti un thriller di spionaggio internazionale, ma prima ancora è una ricostruzione cronachistica di ciò che accadde al gruppo di dissidenti cubani negli anni Novanta del secolo scorso. Fluido nella scrittura e dinamico nel ritmo narrativo, il lungometraggio scorre senza intoppi intrecciando costantemente la battaglia politica con la vita privata dei personaggi. Bugie, doppi giochi, attentati e combattimenti aerei non sono nulla in confronto alle scelte morali più intime che tutti saranno costretti a intraprendere prima di mettersi in gioco per il bene (?) del loro Paese. In questo labirintico gioco di specchi dove lo sguardo di Assayas si rende impercettibile, la mano dell'autore è però riscontrabile nella componente più metacinematografica del progetto che, seppur in maniera sottile, si rivela essere un grande palcoscenico dove gli attori dovranno sfidarsi l'un l'altro per risultare convincenti agli occhi del regista prima ancora che a quelli dell'antagonista di turno. Wasp Network conduce così il pubblico poco per volta in una fitta rete di contatti e servizi segreti che lavorano nell'ombra, costruendo un ponte tematico ed emotivo con i singoli personaggi, pedine shakespeariane di un gioco a ingranaggi più grande di loro dal quale difficilmente riusciranno a scappare. Non un film indimenticabile, ma convincente nella sua misura. Presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2019.