Alcuni amici partono a bordo di un camper, diretti alla località di villeggiatura di Crystal Lake. Poco raccomandabili bikers tentano di fare irruzione nella loro casa per risolvere un diverbio: ci penserà l'assassino Jason Voorhees (Richard Brooker) ad appianare democraticamente le divergenze a colpi di machete. Terzo atto della saga di Venerdì 13: finalmente Jason Voorhees si veste a festa e indossa la famigerata maschera da hockey che tanto lustro ha portato, soprattutto dal punto di vista commerciale, al personaggio. L'oggetto con il quale l'energumeno assetato di sangue cela il proprio volto è infatti l'unico elemento identificativo della serie slasher iniziata nel 1980, pur non comparendo nei primi due episodi. Jason diventa così un'icona horror, paragonabile per fama a Freddy Krueger e Michael Myers, anche se la pellicola di cui è protagonista risulta decisamente inferiore per stile e struttura. Ritmo catatonico, incoerenze a non finire, regia presuntuosetta ma molto sangue: poco altro interessa ai fan, che beatamente si godranno un massacro sviscerato in maniera particolarmente truculenta, sino a un finale che richiama la sequenza di chiusura del capostipite (diretto da Sean S. Cunningham) attraverso un esplicito parallelismo tra Jason e la figura della madre defunta, Pamela Voorhees. Musiche di Harry Manfredini.