What Do We See When We Look at the Sky?
Ras vkhedavt, rodesac cas vukurebt?
2021
Mubi
Paesi
Georgia, Germania
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
150 min.
Formato
Colore
Regista
Aleksandre Koberidze
Attori
Giorgi Ambroladze
Oliko Barbakadze
Giorgi Bochorishvili
Irina Chelidze
Nella città fluviale di Kutaisi, in Georgia, gli amori estivi e la febbre da coppa del mondo si respirano nell’aria. Una farmacista e un calciatore si incontrano casualmente e si danno appuntamento per il giorno dopo, ma una maledizione li farà risvegliare completamente trasformati, tanto da rendere impossibile riuscire a riconoscersi l’uno con l’altra…

Basterebbe la sinossi per suscitare subito grande interesse nei confronti dell’opera seconda di Alexandre Koberidze, regista georgiano classe 1984, che aveva già sorpreso con il suo esordio del 2017, Let the Summer Never Come Again. Già dopo poche sequenze il regista ci invita a chiudere gli occhi e poi a riaprirli per entrare completamente in una magia: è il potere del cinema a muovere le fila di questa narrazione torrenziale, fatta di incontri che non si riescono a concretizzare, dove la vera protagonista è la città di Kutaisi, di cui l’autore mostra la vita nel suo scorrere, tra incontri al bar e partite di calcio, viste e giocate. Koberidze ha indubbiamente grande amore per questo sport ma, in un universo in cui la propria squadra del cuore può vincere il mondiale anche se non si è verificato nella realtà, è la passione per la Settima Arte a prevalere, tanto che i due “registi” interni alla pellicola sono interpreta dai genitori dello stesso autore. Accompagnato da una voce narrante sinuosa, ironica e ipnotica, che può ricordare il cinema di Béla Tarr o di Mariano Llinás (sarà un caso che il protagonista tifi Argentina?), What Do We See When We Look at the Sky? snocciola i suoi momenti migliori nella parte iniziale e finale, regalando alcune sequenze da pelle d’oca in cui è ancora il grande schermo a essere l’assoluto protagonista. Oltre a una narrazione fluviale, dove il piacere del raccontare è tangibile per tutti i 150 minuti di durata, a colpire è una fotografia di rara eleganza e la capacità dell’autore di cogliere la magia del quotidiano con grande consapevolezza e poesia. Non manca qualche lieve calo, ma in un’opera gigantesca (in tutti i sensi) come questa non poteva, forse, essere altrimenti. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2021, il film è poi passato in diverse altre kermesse raccogliendo premi ed elogi decisamente meritati.
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