Il piccolo Charlie (Peter Ostrum) proviene da una famiglia poverissima e ha un unico sogno: trovare il biglietto dorato che gli consentirà l'ingresso-premio nella misteriosa fabbrica di cioccolato di Willy Wonka (Gene Wilder), un estroso genio dei dolciumi. In realtà, la visita si rivelerà una spietata gara a eliminazione con una ricompensa inimmaginabile.

Tratto dal best-seller di Roald Dahl La fabbrica di cioccolato, questo psichedelico film musicale è diventato un cult per i ragazzi cresciuti negli anni Settanta-Ottanta e una immancabile visione della programmazione natalizia. Unendo messaggi edificanti (l'importanza della famiglia, la bellezza interiore che compensa la povertà economica e porta a grandi risultati) a caleidoscopici numeri ambientati in un folle mondo di caramelle e bon-bon, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato riesce a tenere incollati allo schermo grandi e piccini, tra una riflessione contro la perdita dei valori e un inquietante balletto dei nanetti Oompa-Loompa. A trionfare è soprattutto la performance scanzonata di Gene Wilder, coloratissimo deus ex machina, ma divertenti e riuscite sono anche le macchiette esagerate costituite dai piccoli concorrenti di Charlie, ognuno dei quali incarna un vizio contemporaneo (c'è il bambino obeso, la rampolla viziata, quella che rumina costantemente chewing-gum, il teledipendente). Forse anche a causa degli effetti speciali un po'raffazzonati, la pellicola è permeata da un'atmosfera lisergica che la rende vagamente tetra, ma resta un tassello imprescindibile della filmografia per ragazzi. Il remake di Tim Burton del 2005 ritrae un Willy Wonka (interpretato da Johnny Depp) ben più torbido e tormentato di quello variopinto di Wilder.