Grady (Michael Douglas), scrittore e professore universitario in crisi di mezza età, dopo l'insuccesso del suo primo romanzo è alla ricerca di una conclusione degna per il suo secondo, lunghissimo lavoro. L'incontro con il geniale ma problematico studente James (Tobey Maguire) sembra portare Grady ad affrontare la propria depressione con un nuovo spirito. Tra i migliori film di Curtis Hanson, mestierante americano molto attivo fin dai primi anni '70, capace di affrontare con tono spigliato ma puntuale una commedia drammatica dal sapore vagamente indie, in cui la crisi esistenziale non è affrontata con pedante seriosità e i turbamenti giovanili vivono di una originale luce propria. Ritmo pacato, atmosfera crepuscolare e sommessa, ottimo disegno dei personaggi, con Grady e James che specchiano l'uno nell'altro le proprie inadeguatezze alla vita. Michael Douglas, amabilmente eccentrico e arruffato, offre una delle sue prove più convincenti. Uno studio di caratteri swing e personale, decostruito e ondivago, la cui libertà narrativa ristagna all'avvicinarsi del conciliante finale. Gran parte del fascino del film deriva dalla bella ambientazione invernale esaltata dalle luci di Dante Spinotti. Oscar alla canzone Things Have Changed di Bob Dylan.