Un contadino dello Yorkshire decide di accogliere nella sua casa il giovane vagabondo Heathcliff (James Howson), ma il ragazzo, una volta in famiglia, instaura una relazione morbosa con sua figlia Catherine (Kaya Scodelario). Sullo sfondo giochi di famiglia, orgoglio e presunzione. Ennesimo adattamento dell'omonimo romanzo di Emily Brontë: Andrea Arnold prende la materia letteraria e la sviluppa mettendo in scena una storia che trasuda odio e vendetta, in una versione personale e lontana dall'originale. L'occhio della macchina da presa è fisso sui personaggi, sul loro rapporto e sulle loro pulsioni; a rinchiudere nell'inquadratura i primi piani degli attori e i paesaggi in cui essi si muovono, ci pensa il formato di ripresa, ossia il 4:3. Sorprende, inoltre, la scelta di far interpretare il ruolo di Heathcliff a un attore afroamericano, e di rendere il suo sguardo il punto di vista della pellicola, dando al film un approccio più maschile, lontano dalla dimensione sentimentale del romanzo e degli altri numerosi adattamenti cinematografici. Una scelta coraggiosa, ma che non piacerà agli amanti della storia originale, e che denota un certo atteggiamento fin compiaciuto da parte della regista inglese, che sembra aver studiato a tavolino il modo migliore per allontanarsi dallo spirito del testo di partenza. Notevoli le premesse, ma il risultato è così così.