Zama
Zama
2017
Paesi
Argentina, Brasile
Genere
Drammatico
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Lucrecia Martel
Attori
Daniel Gimenez Cacho
Lola Dueñas
Matheus Nachtergaele
Juan Minujín
Rafael Spregelburd
Nel XVII secolo l’ufficiale sudamericano Don Diego Zama (Daniel Giménez Cacho), per volere della Corona Spagnola, si ritrova confinato in Paraguay. Vive isolato dal resto del mondo, a caccia di una promozione che tarda ad arrivare, lontano dagli affetti: per mettere fine a quella che è a conti fatti una prigionia forzata, Zama si avventurerà in una pericolosa missione nelle terre abitate dagli indiani. Parla di una stasi vissuta in prima persona e sulla propria pelle Zama, diretto dall’acclamata autrice Lucrecia Martel, già regista de La Ciénaga (2001) e La niña santa (2004): un senso di impotenza attraversa non a caso dall’inizio alla fine questo dramma coloniale dai contorni misteriosi ed elusivi, nel quale le pulsioni del protagonista sono quasi sempre suggerite e poco esplicitate per lasciar posto a una messa in scena fredda e calcolata, carica di dettagli e di cura maniacale per il rigore delle atmosfere. Una parabola senz’altro interessante, specialmente in virtù del suo taglio illusorio e quasi onirico, affrontato però con un tono estremamente realistico: il film procede per brandelli che si fa fatica a collocare nel tempo e nello spazio, inanellando squarci e fessure dalle quali tuttavia non filtra mai la giusta dose d’aria e di luce. Il risultato finale è pertanto un po’ interdetto e squilibrato, privo di sussulti e di reale interesse per l’evolversi della vicenda e per le sue effettive implicazioni storiche, politiche, romanzesche. Estremamente prolissa la parte centrale (quasi un ibrido al ribasso dello stile di registi come Manoel De Oliveira e Raoul Ruiz), che fatica ad approdare al risolutivo e più d’impatto crescendo finale, nel quale i fantasmi della morte, dell’avventura e del fallimento vengono effettivamente affrontati dal protagonista e il ritmo si fa più serrato. Tratto dall’omonimo romanzo storico scritto da Antonio Di Benedetto e pubblicato nel 1956, il film è una co-produzione internazionale che ha messo insieme un budget discretamente alto per un progetto di questo tipo (3,2 milioni), pur trattandosi comunque di un’operazione in costume con dalla sua un buon grado di accuratezza storica, delle cui conseguenze però la regista si dinteressa nemmeno troppo sommessamente, lasciandosi prendere la mano da un'evidente deriva estetizzante. Tra i produttori figurano Danny Glover e Pedro Almodóvar: si è vociferato infatti di una mancata inclusione del film nel concorso di Cannes 2017 proprio per via del fatto che il regista spagnolo vi fosse presente in qualità di presidente di giuria. Presentato Fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
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