Nella campagna inglese tardo-settecentesca, sir Deverill (Keith Michell), tanto signorile nell'aspetto quanto dissoluto nelle abitudini, divide la sua lussuosa dimora con la sorella (June Laverick), estremamente educata e di sani principi morali. Il rapporto tra i due è sconvolto dall'arrivo di Belle (Melina Mercouri), zingara mezzosangue sensuale e focosa, per cui il giovane nobile perde la testa. Il diabolico piano della donna per impossessarsi dell'eredità porterà ad una definitiva disgregazione degli equilibri della casa. Fiammeggiante melò in costume, La zingara rossa anticipa molte delle tematiche che Joseph Losey approfondirà nelle sue pellicole successive: gli ambienti claustrofobici (la casa, la suggestiva pagoda sul lago) confinano i personaggi in luoghi angusti, spesso decadenti, che accrescono le reciproche tensioni represse. Il rapporto tra i due protagonisti subisce un ribaltamento che scardina ogni gerarchia sociale precostituita (uomo/donna, marito/moglie, servo/padrone). Coerente in tutta la sua produzione artistica, specchio acuto e sincero di ideali fortemente radicati, Losey dimostra una prorompente personalità nello schierarsi a favore della lotta di classe, con un lucido atto di denuncia verso pericolose derive capitalistiche. L'amore esiste solo in nome del denaro e dell'avidità dell'uomo. La "gypsy" Melina Mercouri è una presenza indimenticabile che unisce bellezza magnetica e malsana carica erotica: il trucco vistoso, gli abiti sgargianti e il fisico sinuoso, ipnotizzano il “gentleman” Keith Michell che, come accade sempre in Losey, è un personaggio sopraffatto ma al contempo profondamente consapevole delle conseguenze a cui andrà incontro e, per questo, ancora più sconvolto dall'impossibilità di sovvertire un destino già scritto. «Contro l'astuzia delle donne non c'è prepotenza che valga». Splendido Eastmancolor di Jack Hildyard. Tratto dal romanzo Darkness I Leave You di Nina Warner Hooker.