Zodiac
Zodiac
2007
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Giallo
Durata
157 min.
Formato
Colore
Regista
David Fincher
Attori
Jake Gyllenhaal
Mark Ruffalo
Robert Downey Jr.
Anthony Edwards
Chloë Sevigny
Philip Baker Hall
John Carroll Lynch
Elias Koteas
Brian Cox
Il serial killer Zodiac semina il panico nella baia di San Francisco. Il cronista Paul Avery (Robert Downey Jr.) segue la vicenda, aiutando e ostacolando al tempo stesso l'ispettore Dave Toschi (Mark Ruffalo), e coinvolge il vignettista Robert Graysmith (Jake Gyllenhaal). Quando Avery e Toschi rinunceranno toccherà a Graysmith tentare di risolvere un enigma apparentemente senza soluzione.
Basato sulla storia vera di uno dei più celebri casi irrisolti d'America, che ha ispirato Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! (1971), il film segna una svolta nel percorso autoriale di David Fincher. Gli eccessi virtuosistici sono tenuti a freno, lo stile si fa più classico e rallentato ma non rinuncia a riflettere sui concetti di spazio e tempo e sulla loro rappresentazione. Limitati all'essenziale gli esterni, il regista gioca sapientemente sulla claustrofobia psicologica che caratterizza i tre protagonisti, risucchiati lentamente da un'ossessione e dalla necessità di darle un senso. Razionalizzare l'irrazionale è una sfida che consuma, condiziona le proprie esistenze e porta inevitabilmente alla sconfitta. Il costante uso di ellissi temporali, poi, dà alla vicenda un carattere frammentario e disorientante ma decisamente funzionale nella resa del costante senso di smarrimento che un'indagine di questo genere può comportare. Straordinario esempio di costruzione di tensione latente, una caccia al serial killer senza inseguimenti, il film pecca leggermente di ripetitività nella parte centrale ma resta un puzzle complesso e accattivante, intenso e angosciante. Ottima prova di tutto il cast. Snobbato dal pubblico.
Basato sulla storia vera di uno dei più celebri casi irrisolti d'America, che ha ispirato Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! (1971), il film segna una svolta nel percorso autoriale di David Fincher. Gli eccessi virtuosistici sono tenuti a freno, lo stile si fa più classico e rallentato ma non rinuncia a riflettere sui concetti di spazio e tempo e sulla loro rappresentazione. Limitati all'essenziale gli esterni, il regista gioca sapientemente sulla claustrofobia psicologica che caratterizza i tre protagonisti, risucchiati lentamente da un'ossessione e dalla necessità di darle un senso. Razionalizzare l'irrazionale è una sfida che consuma, condiziona le proprie esistenze e porta inevitabilmente alla sconfitta. Il costante uso di ellissi temporali, poi, dà alla vicenda un carattere frammentario e disorientante ma decisamente funzionale nella resa del costante senso di smarrimento che un'indagine di questo genere può comportare. Straordinario esempio di costruzione di tensione latente, una caccia al serial killer senza inseguimenti, il film pecca leggermente di ripetitività nella parte centrale ma resta un puzzle complesso e accattivante, intenso e angosciante. Ottima prova di tutto il cast. Snobbato dal pubblico.
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