Vera storia di Bennet Omalu (Will Smith), patologo forense che, dopo un’autopsia eseguita sul campione di football Mike Webster (David Morse), trovato morto in macchina senza apparente causa, scoprì l’encefalopatia cronica traumatica, una grave malattia causata dai numerosi colpi ricevuti durante il gioco. L’articolo che il medico scrisse venne osteggiato dalla NFL (National Football League) e Omalu perseguitato per aver portato alla luce la verità.

Duramente critico nei confronti della NFL e dei suoi tentativi di insabbiare i pericolosi rischi per la salute dei giocatori, Zona d'ombra è un medical thriller vecchio stile, centrato sulla figura eroica di Omalu e sulla sua determinazione a combattere per la verità. Peccato, però, che la durata di oltre due ore e gli sforzi di costruire un’atmosfera eccessivamente tensiva anche laddove non necessario ne guastino la riuscita, nonostante una buona performance di Will Smith nei panni del protagonista. Vagamente interessante l’attacco alla lobby del football, ma forse un po’ troppo americano per essere gradito anche fuori dai confini; difficile da abbracciare, oltretutto, la battaglia di Omalu per un ideale così lontano. Un biopic che avrebbe potuto essere più profondo e incuriosire maggiormente, ma che si accontenta di affidarsi a Smith e di indulgere in note romantiche decisamente stonate per un risultato ben al di sotto delle aspettative.