Dieci - Biennale College Cinema 2012-22
Edizioni La Biennale di Venezia /
Un volume di saggi, interviste e dati ripercorre i primi 10 anni del laboratorio per film e opere VR a microbudget della Biennale di Venezia / Sarà presentato sabato 9 luglio al convegno sui
90 anni della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (Biblioteca dell’Archivio Storico della Biennale - Giardini)
Compie nel 2022 10 anni di attività Biennale College Cinema, il laboratorio internazionale della Biennale di Venezia per la realizzazione di lungometraggi a microbudget (150.000 €) e opere VR (60.000 €) da parte di cineasti emergenti di tutto il mondo. Dal 2012 Biennale College Cinema e Virtual Reality hanno prodotto 83 opere audiovisive, realizzate da altrettanti team composti da un regista e un produttore, provenienti da ogni continente e da 48 paesi.
Per festeggiare, raccontare e documentare quest’esperienza unica nel panorama festivaliero, la Biennale di Venezia ha pubblicato Dieci - Biennale College Cinema 2012–22, un volume che raccoglie scritti di Roberto Cicutto, Paolo Baratta, Alberto Barbera, Savina Neirotti, Glenn Kenny, Stephanie Zacharek, Federica Polidoro, Michel Reilhac, Jane Williams, interviste agli autori dei film, dati e cifre di ciascuno dei progetti prodotti o sviluppati nell’ambito di Biennale College Cinema.
Il volume sarà presentato a Venezia sabato 9 luglio, alla Biblioteca della Biennale (Giardini), durante i lavori del convegno sui 90 anni della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (10.30 – 18.00). In occasione della storica celebrazione dei 90 anni, la Biennale intende così ricordare anche questa ricorrenza più “giovane” della Mostra, che caratterizza però in modo significativo, e con successo, l’attività e l’identità del suo ultimo decennio.
Nel 2011, scrivono Alberto Barbera e Savina Neirotti nel saggio La scommessa “non si fece altro che prender nota del fatto che mancava, nei progetti europei dedicati alla formazione di sceneggiatori, registi e produttori, un percorso che contemplasse non solo lo sviluppo di sceneggiature e le modalità di accesso al mercato, ma una vera e propria attività di produzione di opere prime e seconde. (…) La parola che ritornava più spesso, nei vari incontri, era “microbudget”. La mancanza o scarsità di fondi pubblici spingeva molti autori a trovare soluzioni creative per girare lungometraggi, affrontando il set non solo per qualche giorno, come nel caso dei cortometraggi, ma per tutte le settimane necessarie alla realizzazione di un vero e proprio film. I progetti trasudavano originalità: era come se la costrizione di budget avesse stimolato la fantasia e le abilità di molti. Spesso, attori e attrici affermati si rendevano disponibili a girare questi film quasi pro-bono, attra tti da sceneggiature intelligenti e da ruoli poco ordinari. (…) Il progetto della Biennale College Cinema prese rapidamente forma. Con l’incitamento venuto dalla Presidenza, alla fine del mese di gennaio 2012 il progetto aveva assunto le caratteristiche principali che ancora oggi lo contraddistinguono.”
“La Biennale College scioglie la lingua dei registi, per così dire, e consente loro di esprimersi il più radicalmente e assolutisticamente possibile” scrive Glenn Kenny nel saggio La vita del cinema. “E poi La Biennale stessa proietta quei film in sala. Mi dà sempre soddisfazione, alle proiezioni del College, vedere un pubblico entusiasta, a volte composto da delegazioni dei paesi d’origine. Una volta terminate le proiezioni, i film devono farsi strada nel mondo. E anche questa è una sfida, almeno quanto lo è stata la produzione stessa dei film.”
“Il cinema non è per cuori deboli” scrive Stephanie Zacharek nel saggio Biennale College Cinema: insieme nel buio, “e ciascun progetto selezionato per essere sviluppato alla Biennale College è una prova di coraggio di un regista emergente. Il bacino dei candidati è sempre ampio, andando ben oltre il migliaio e giungendo da tutte le parti del mondo. Tra questi candidati, la Mostra del Cinema seleziona tre proposte di lungometraggi, finanziando ciascuna con 150.000 euro. I registi devono completare i film entro questo budget e consegnare un’opera finita entro dieci mesi. Per quanto sia un onore essere scelti per la Biennale College, significa anche accettare una missione che richiede rigore oltre che passione. Ricevere soldi per fare un film sarà inebriante, ma l’atto di dare vita a qualsiasi opera di valore è sempre accompagnato da stress e preoccupazione. Fiducia e insicurezza possono insinuarsi, ma non c’è tempo per fermarsi a riposare. È fondamentale mantenere lo slancio. Eppure, se anche questi registi hanno provato ansia o tensione, non ce n’è traccia nelle loro opere.”
A partire dal 2022, la somma messa a disposizione per la produzione dei film selezionati da Biennale College Cinema è stata portata a 200.000 € (80.000 € per le opere VR).
Biennale College Cinema, realizzato dalla Biennale di Venezia, ha il sostegno del Ministero della Cultura - Direzione Generale Cinema. Biennale College Cinema si avvale della collaborazione accademica di Gotham Film & Media Institute (precedentemente conosciuto come IFP) e del TorinoFilmLab. Direttore è Alberto Barbera, Head of Programme Savina Neirotti.