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I 10 film più attesi del Festival di Cannes 2023, da Jessica Hausner a Martin Scorsese
La 76ª edizione del Festival di Cannes (16-27 maggio) è ormai alle porte e allora ecco i nostri 10 titoli da non perdere per nessun motivo al mondo quest'anno sulla croisette. L'entusiasmo anche solo nel leggere i nomi dei registi è, ça va sans dire, letteralmente alle stelle, pur considerando l'amara consapevolezza che affiora nell'essere costretti a lasciar fuori altri grandissimi protagonisti.

Per quanto riguarda il concorso, impossibile non ricordare anche la presenza di Alice Rohrwacher, tra i nomi caldi per un posto di primo piano nel palmarès finale, oppure il ritorno di Jonathan Glazer a dieci anni esatti dal controverso Under the Skin, in gara per il Leone d'Oro a Venezia nel 2013. Senza dimenticare poi il grande Nanni Moretti con il bellissimo Il sol dell'avvenire, escluso dalla lista degli attesissimi perché già uscito nelle sale italiane il 20 aprile scorso.  Ma non finisce qui, perché ai blocchi di partenza di Cannes 2023 ci sono tanti altri top player.

10. CLUB ZERO di Jessica Hausner


Jessica Hausner torna in concorso a Cannes a quattro anni di distanza da Little Joe (2019), affascinante apologo fantascientifico ambientato in una realtà nella quale l'illusione della felicità passa per una creazione sintetica dell'uomo. In questo ultimo film, invece, la regista e sceneggiatrice austriaca si addentra in maniera più esplicita nel thriller, raccontando la storia di una insegnante (Mia Wasikowska) che, una volta ottenuto lavoro presso un prestigioso istituto, stringe un pericoloso rapporto con alcuni studenti.

9. ANSELM (DAS RAUSCHEN DER ZEIT) di Wim Wenders


Nonostante abbia ormai perso lo smalto dei tempi d'oro, Wim Wenders rimane un autore di indubbio fascino capace di stimolare ancora oggi suggestive riflessioni sull'evoluzione del linguaggio cinematografico, sull'atto del filmare, sul rapporto immagine-realtà e sul valore metaforico del paesaggio. Se i suoi risultati per quanto riguarda il cinema di finzione sono a dir poco modesti da quasi vent'anni, il grande regista tedesco rimane un riferimento nell'ambito documentario, grazie a opere di sublime bellezza come Il sale della terra (2014), co-diretto con Juliano Ribeiro Salgado, e Pina (2011). Quest'ultimo progetto, che verrà presentato nella sezione Special Screenings, si presenta come un immersivo viaggio tra Storia, mitologia e arte concettuale nel mondo di Anselm Kiefer, discusso quanto imprescindibile maestro nel panorama artistico contemporaneo, celebre in Italia, ad esempio, per l'installazione permanente I Sette Palazzi Celesti presso l'HangarBicocca di Milano. Girato in 3D tra Germania, Francia e Italia. Wenders sarà anche in concorso con il film di fiction Perfect Days.

8. ASTEROID CITY di Wes Anderson


Da sempre fedele al suo inconfondibile stile, Wes Anderson arriva ancora una volta sulla croisette con un film dalle tinte pastello che fa della geometria e del tocco arthouse un ipnotico marchio di fabbrica. Non mancano poi l'impronta vintage, garantita dall'ambientazione anni '50, e il consueto brulicare di eccentrici e adorabili personaggi. A giudicare dalle immagini del trailer, siamo di fronte a un nuovo, spassosissimo affresco ricco di ironia e poesia tutto giocato sulle impagabili maschere offerte dal ricchissimo cast che comprende, tra gli altri, Jason Schwartzman, Scarlett Johansson, Tom Hanks, Jeffrey Wright, Tilda Swinton, Bryan Cranston, Edward Norton, Adrien Brody, Liev Schreiber, Steve Carell, Matt Dillon, Willem Dafoe, Margot Robbie e Jeff Goldblum. In concorso.

7. FIREBRAND di Karim Aïnouz


Dopo aver entusiasmato critica e pubblico con l'emozionante La vita invisibile di Eurídice Gusmão, miglior film nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2019, il brasiliano Karim Aïnouz approda in concorso con un dramma storico in costume che aggiorna il genere alle istanze della contemporaneità. Al centro c'è la figura di Caterina Parr, ultima delle sei mogli di Enrico VIII nonché regina consorte d'Inghilterra e Irlanda dal 1543 al 1547. Grande attesa per quello che dovrebbe essere il moderno ritratto di una donna che ha dovuto combattere per rivendicare il proprio ruolo in un contesto sociale non certo facile. Con Alicia Vikander e Jude Law. In concorso.

6. INDIANA JONES AND THE DIAL OF DESTINY di James Mangold


Per una questione di cuore avrebbe potuto tranquillamente occupare la prima posizione, ma è meglio andare più cauti. A giudicare dal trailer, a dir poco entusiasmante, il film sembra racchiudere al meglio lo spirito delle avventure di Indy rese immortali da Steven Spielberg & George Lucas, tra ironia, esotismo, azione e personaggi super accattivanti. Alla regia James Mangold, uno di quei registi "di sostanza" a cui si dà piena fiducia in virtù anche di una manciati di alcuni buonissimi film presenti nel suo curriculum, basti pensare ad esempio a Cop Land (1997), Quando l'amore brucia l'anima (2007), Le Mans '66 – La grande sfida (2019) e, soprattutto, Logan – The Wolverine (2017), comic-movie che segna il genere e getta nuova luce sulle potenzialità del blockbuster supereroistico. Dopotutto, non stiamo parlando forse di supereroi anche con Indiana Jones? L'emozione nel tornare a vedere sul grande schermo Harrison Ford con frusta, giacca sgualcita e cappellaccio e nel sentire il mitico tema musicale di John Williams, alla sua ultima colonna sonora (stando alle sue parole), si preannuncia davvero incredibile. Presentato fuori concorso, come accade per Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo al Festival di Cannes 2008.

5. FALLEN LEAVES di Aki Kaurismäki


A ben sei anni di distanza dal bellissimo L'altro volto della speranza (2017), Aki Kaurismäki torna finalmente con un nuovo film. E già questo è di per sé un piccolo evento. Poche cose in ambito cinematografico sono rigeneranti quanto le migliori opere del grande regista e sceneggiatore finlandese (Ho affittato un killer, L'uomo senza passato, Miracolo a Le Havre), maestro completamente fuori dalle mode e dallo star system imposto dalle major. Poetica dei piccoli gesti, solitudine, sguardo rivolto al futuro, ironia beffarda e innata umanità sono sempre al centro di un univereso filmico compatto e coerente, che trova ulteriore motivo di interesse in una ricerca formale di altissimo livello, soprattutto negli interni metafisici. In questo suo ultimo film, presentato in concorso, Kaurismäki si muove sul suo terreno ideale, raccontando le piccole grandi vicende di un uomo e una donna che si incontrano una notte a Helsinki e tornano ad amare di nuovo, nonostante le loro vite siano segnate da disagio e precarietà.

4. YOUTH (SPRING) di Wang Bing


Il più grande documentarista contemporaneo insieme a Frederick Wiseman. Maestro assoluto nel riprendere realtà marginali e figure di sconvolgente umanità confinate in contesti difficili, Wang Bing scuoterà sicuramernte il concorso con tutta la sua forza espressiva. Al centro di quest'opera c'è la straziante condizione dei giovani lavoratori di un gigantesco distretto industriale nei pressi di Shanghai, tutti ragazzi di età compresa tra i 17 e i 20 anni. Un documentario della durata di 3 ore e 32 minuti che non lascerà certo indifferenti, con cui Wang potrebbe avvicinarsi al suo Follia e amore (2013), autentico capolavoro della storia del cinema. Il grande regista cinese sarà a Cannes anche con Man in Black, che verrà presentato nella sezione Special Screenings.

3. RAPITO di Marco Bellocchio


A un anno di distanza dalla straordinaria miniserie TV Esterno notte, presentata con enorme successo a Cannes 2021 e poi distribuita al cinema in due parti, Marco Bellocchio cala la potenza onirica del suo cinema all'interno di un dramma incentrato sulla celebre vicenda storica del caso Edgardo Mortara e liberamente ispirato al libro Il caso Mortara. La vera storia del bambino ebreo rapito dal papa (1996) di Daniele Scalise. Ambientato nel 1858, durante il Risorgimento italiano, il film racconta le vicende che ruotano attorno al piccolo ebreo bolognese Edgardo Mortara, rapito di casa all'età di sette anni dai soldati di Pio IX ed educato alla fede cattolica nella Roma pontificia. Sceneggiatura di Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli, Edoardo Albinati e Daniela Ceselli. Il titolo italiano di punta del concorso.

2. MAY DECEMBER di Todd Haynes


Maestro nel suggerire emozioni forti con classe ed eleganza sopraffine, Todd Haynes è uno dei grandi autori contemporanei in grado di unire classicismo e modernità, con una sensibilità che pochi altri possono vantare quando si parla di sentimenti, soprattutto se declinati al femminile (basti pensare ai meravigliosi Lontano dal paradiso e Carol). Qui dovremmo trovarci di fronte a un intenso dramma psicologico che segue la storia di una coppia messa in crisi dalla presenza di un'attrice che invade la loro intimità. Protagoniste le splendide Natalie Portman e Julianne Moore. Presentato in concorso.

1. KILLERS OF THE FLOWER MOON di Martin Scorsese


Il film-evento dell'anno. Annunciato con tutti gli onori del caso ben prima della conferenza di presentazione del festival, il film di Martin Scorsese ha tutti i requisiti per essere l'ennesima meraviglia di colui che è, senza troppi dubbi, il più grande regista vivente. Basato sullo straordinario saggio Gli assassini della terra rossa, scritto dal giornalista americano David Grann e pubblicaro nel 2017, il film è un complesso e monumentale thriller della durata di 3 ore e 26 minuti ambientato nell'Oklaoma degli anni '20, che va alle oscure radici della frontiera a stelle e strisce e getta luce sugli albori dell'FBI tra affari, petrolio e omicidi ai danni dei nativi americani. Cast da brivido con Leonardo DiCaprio, Robert  De Niro e Jesse Plemons; fotografia di Rodrigo Prieto; montaggio di Thelma Schoonmaker; colonna sonora di Robbie Robertson. Impossibile pretendere di più. Presentato fuori concorso.

Davide Dubinelli
Maximal Interjector
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