Ovvero, le principali attrattive del Festival fondato da Robert De Niro, che lo caratterizzano nel panorama delle kermesse cinematografiche internazionali e che offrono quel valore aggiunto allo spettatore per garantirgli un’esperienza da ricordare.
1) INCONTRI CON CAST
Quest’anno in particolare, con le proiezioni della sezione Retrospective e il Gala del giorno conclusivo, non sono mancate le occasioni per assistere, al termine dei rispettivi film, ad interviste e Q&A (domande e risposte) con registi e attori. Per i 15 anni dall’uscita di ‘Bowling for Columbine’ al documentario è seguita una discussione con Michael Moore, per i 25 anni di ‘Aladdin’ il cartoon è stato proposto in versione sing-a-long con Brad Kane, la voce che ha cantato le canzoni della colonna sonora originale, e per i 25 anni di ‘Le Iene’ è stata proiettata la pellicola originale in 35 mm direttamente dall’archivio di Quentin Tarantino con successiva conversazione con lo stesso regista raggiunto per l’occasione da Harvey Keitel, Tim Roth, Michael Madsen e Steve Buscemi.
E se questo non fosse già abbastanza, a chiudere il festival ci ha pensato, per i 45 anni del primo film, la maratona de ‘Il Padrino’ e ‘Il Padrino – Parte II’, a cui è seguito un incontro con Francis Ford Coppola, Al Pacino, Robert De Niro, James Caan, Robert Duvall, Diane Keaton e Talia Shire. Una reunion storica che i cinefili ricorderanno a lungo. Ma sono stati molti i film che hanno avuto almeno una piccola Q&A finale con il cast. Per citarne solo alcuni a cui sono stato presente: Debra Winger e Tracy Letts per ‘The Lover’, Christopher Plummer e Janet McTeer per ‘The Exception’, il cantante John Lydon aka Johnny Rotten per ‘The Public Image is Rotten’, oltre ai registi dei lungometraggi della selezione internazionale ‘The Divine Order’, ‘Newton’, ‘November’ e ‘Son of Sofia’. Un’occasione per immergersi ancora di più nel mondo del film introdotti dai suoi protagonisti presenti direttamente in sala.
2) TRIBECA TALK
Per la serie di conversazioni con i registi, ho potuto seguire gli incontri con Noah Baumbach intervistato da Dustin Hoffman e Paul Feig con Michael Che, ma il programma del festival proponeva anche Alejandro G. Inarritu, Jon Favreu con Scarlett Johansson e Kathryn Bigelow che presentava un documentario in realtà virtuale. Per la serie di Tribeca Talk con gli storyteller, invece, erano in programma quelli con Kobe Bryant per il corto in animazione di Glen Keane realizzato sulla base della sua poesia ‘Dear Basketball’, e gli incontri con il rapper e attore Common, con l’attrice Lena Dunham, con Bruce Springsteen intervistato da Tom Hanks e con Barbra Streisand introdotta dal regista Robert Rodriguez.
Ogni singolo Talk ha avuto la durata di almeno un’ora e la parte finale dedicata alle domande del pubblico. Decisamente un’opportunità esclusiva per assistere ad una chiacchierata quasi informale con alcuni dei protagonisti del mondo del cinema, di fronte o dietro la telecamera, che si sono concessi alla platea del festival in maniera schietta e sincera. Sempre col sorriso sulle labbra e la battuta pronta, hanno trasformato l’evento in un piccolo show d’intrattenimento, informativo e divertente, come nel caso dello splendido incontro con Noah Baumbach e un Dustin Hoffman davvero in forma smagliante.
3) FILM PRESENTATI AL FESTIVAL
Ma il festival è stato anche e soprattutto un’occasione per i film in concorso e fuori concorso per farsi notare e ottenere una distribuzione negli Stati Uniti. Questo vale per i film americani tanto quanto per quelli della sezione internazionale che vogliono conquistarsi uno spazio sul palcoscenico statunitense. E quest’anno sono state tante le pellicole ad avere impressionato positivamente, cosa a mio avviso niente affatto scontata e che rappresenta un grande merito per il team del Tribeca che ha selezionato i lungometraggi e i corti da presentare al pubblico nel corso del festival.
In particolare, pellicole come ‘Thumper’, ‘Permission’ e ‘The Boy Downstairs’ tra i film americani, e ‘The Divine Order’ e ‘November’ tra le pellicole internazionali hanno decisamente lasciato il segno per originalità, intensità emotiva e audacia creativa. Sperando di poterle ammirare anche nei nostri cinema in un prossimo futuro.
4) NON SOLO FILM
Il TFF però non è solo cinema. Da alcuni anni infatti si sono aggiunte varie altre sezioni legate alla televisione e ai nuovi media. Tribeca TV da un paio d’anni punta i riflettori sulle serietelevisive americane: quest’anno erano presenti, tra le altre, le premiere delle commedie ‘Another Period’ (Comedy Central), con Natasha Leggero e la splendida Riki Lindhome, ‘Episodes’ (Showtime) con Matt LeBlanc alla stagione conclusiva, e ‘Unbreakable Kimmy Schmidt’ (Netflix) con Ellie Kemper. Inoltre, le anteprime mondiali della nuova serie ‘Genius’ sulla vita di Albert Einstein, interpretato da Geoffrey Rush per National Geographic, di ‘The Handmaid’s Tale’ con Elisabeth Moss e Joseph Fiennes per Hulu, di ‘The Sinner’ prodotto e interpretato da Jessica Biel per Universal e ‘I Am Heath Ledger’, documentario sulla vita dell’attore per Spike TV.
Di grande interesse per gli amanti dello storytelling su internet è stato Tribeca N.O.W. (new online work), una selezione di dieci autori di serie web che hanno presentato i loro lavori più recenti. Inoltre, presente un angolo per i podcaster, con tre spazi di discussione per altrettante trasmissioni andate in onda in diretta dalle sale cinematografiche, e tre seminari gratuiti sul mondo del cinema: immagine e suono con Imogen Heap, costumi con Kristi Zea e fotografia con Ellen Kuras. Infine, Immersive, uno spazio innovativo per installazioni ed esibizioni interattive di realtà virtuale.
5) NEW YORK CITY
Per concludere, la lista non sarebbe al completo se non venisse aggiunta la città ospitante. In quasi tutti i casi il festival è anche un’occasione per godere delle bellezze e della cultura della città in cui si svolge. Cannes, Berlino, Venezia, Locarno sono solo l’apice dei nomi che si potrebbero elencare. Ma New York è quasi un mondo a parte, una città in cui convivono molte realtà, uniche e differenti tra loro, un melting pot che accoglie e promuove la diversità come fattore positivo e qualificante, anche e soprattutto in questo periodo di incertezza politica negli Stati Uniti.
New York nello specifico del TFF è sinonimo di Lower Manhattan, in particolare dei quartieri di Chelsea, sede della principale multisala in cui sono state proiettate le pellicole in concorso, il Cinépolis Chelsea sulla 23esima Strada, e per l’appunto di Tribeca, vero centro nevralgico del festival. Nel corso di queste due settimane ho potuto scoprire i molti angoli nascosti di questi luoghi, ma anche delle zone limitrofe di Soho e Nolita, ampliando i miei orizzonti newyorkesi che in precedenza si limitavano a Midtown, Central Park e Broadway.
Se quindi l’obiettivo del Tribeca Film Festival, dichiarato sin dalla sua fondazione, è sempre stato far crescere l’economia del quartiere (e della città tutta) e portare all’attenzione collettiva il brand ‘Tribeca’, mi sento di dire una sola cosa a Robert De Niro: ‘dear sir, mission accomplished’, missione compiuta.