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A Christmas Carol: le migliori trasposizioni del classico di Natale di Charles Dickens
Pubblicato per la prima volta nel 1843 da Charles Dickens, A Christmas Carol è diventato un vero e proprio simbolo del periodo natalizio. Diversi sono i registi che hanno voluto crearne una loro trasposizione, a volte anche molto libera e purtroppo non sempre riuscita: la prima è un cortometraggio britannico del 1901, Scrooge, or Marley's Ghost, di Walter R. Booth.  Per omaggiare l'opera di Dickens, ecco le migliori tre trasposizioni del Canto di Natale:

3) S.O.S. fantasmi (Richard Donner, 1988)



Senza troppe pretese, il film è una frizzante e piacevole commediola natalizia, con un Murray mattatore a briglia sciolta, che si lascia sfuggire più di una battuta non necessariamente per famiglie. Anche se raffazzonati, sono divertenti gli effetti speciali con cui vengono rappresentati gli spettri, specialmente il macabro cadavere in decomposizione dell'amico. Piccolo ruolo per Robert Mitchum.

2) A Christmas Carol (Robert Zemeckis, 2009)



Il regista torna a lavorare su un'opera che si avvicina alla sua poetica, un altro viaggio nel tempo che coniuga momenti divertenti e sequenze inquietanti, mescolate al timore di sprecare la propria vita e alle riflessioni sul Natale già abbozzate in Polar Express nel 2004, anche se l'insieme, a causa di un respiro un po' alterno, stenta ancora ad essere pienamente convincente. Realizzato con una performance capture azzeccata e con un 3D capace di rendere ancora più spettacolari le sequenze animate, rispetta sufficientemente lo spirito un po' gotico dell'opera dickensiana, per lo meno in alcuni frangenti.

1) Il canto di Natale di Topolino (Burny Mattison, 1983) 



Gli interpreti, naturalmente, sono i personaggi del mondo Disney, e il protagonista non può che essere interpretato da Zio Paperone (che in originale, infatti, si chiama Scrooge McDuck), il tirchio e apparentemente senza cuore Ebenezer. Dopo aver cacciato malamente il suo dipendente Bob Cratchit (Topolino), durante la notte di Natale riceverà la visita del suo vecchio socio Marley (nelle sembianze di Pippo) e di tre spiriti, ognuno con un volto differente del mondo Disney: tra i vari momenti memorabili, in particolare colpisce l’inquietante sequenza del Natale futuro, tra le più incisive del film. Un mediometraggio che in 26 minuti riesce a condensare l’anima dell’opera di Dickens, regalando un gioiellino coinvolgente e toccante, dove la magia dell’animazione Disney si sposa con l’incanto delle pagine del Canto di Natale.
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