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Alessandro Borghi: le cinque migliori interpretazioni
La prima stagione della serie tv Diavoli, con protagonisti Alessandro Borghi e Patrick Dempsey, è trasmessa sul canale Sky Atlantic (le ultime due puntate andranno in onda il 15 maggio). Cogliamo quindi l’occasione per omaggiare la carriera dell’attore romano, andando a menzionare i cinque ruoli più importanti che ha ricoperto.

Non essere cattivo (2015) di Claudio Caligari. Testamento artistico del regista che torna a dipingere la dolente quotidianità dei borgatari romani. La realtà tratteggiata da Caligari è misera e disturbante, un mero specchio della degenerazione degli stessi protagonisti. Borghi interpreta Vittorio, amico di Cesare (Luca Marinelli). I due sono dei giovani delle borgate romane che cercano nella droga una via di fuga dai problemi della vita. Primo grande balzo in avanti nella carriera dell’attore romano.


Suburra (2015) di Stefano Sollima. Film corale dove si intrecciano le storie di vari personaggi, carnefici e vittime di un sistema corrotto e brutale, dove per raggiungere i propri scopi si è disposti a fare qualsiasi cosa. Borghi interpreta l’orgoglioso e impulsivo Aureliano, meglio noto come “Numero 8”, boss criminale di Ostia. Notevole il momento in cui “Numero 8” s'immagina di vedere le luci dei casinò dietro la vetrata di casa sua.


Il più grande sogno (2016) di Michele Vannucci. Opera che, seguendo l’ibrido genere della fiction semi-documentaristica, cerca di romanzare la storia vera del pregiudicato Mirko Frezza (che nel film interpreta sé stesso). Borghi interpreta Boccione, amico di sempre del protagonista che lo aiuterà nel tentativo di “ripulire” la borgata degradata in cui vivono. L’interpretazione di Borghi è efficace, seppur in una parte molto simile a quella di Non essere cattivo.


Sulla mia pelle (2018) di Alessio Cremonini. Ricostruzione coraggiosa e fortemente emotiva del decesso di Stefano Cucchi, episodio di cronaca italiana diventato ben presto argomento di ferventi dibattiti politici e ragione di molteplici proteste sociali. Nota di merito ad Alessandro Borghi, perfettamente calato nei panni di Cucchi e bravissimo nel restituire il dolore fisico (prima ancora che morale) di tutta la vicenda.


Il primo re (2019) di Matteo Rovere. Film che si prefissa di mettere in scena il mito dei due fratelli pastori Romolo (Alessio Lapice) e Remo (Alessandro Borghi). Dalle loro gesta e da sanguinose battaglie, nascerà la città di Roma, uno dei più grandi imperi della storia. Sfida che si può dire in buona parte riuscita, un po’ per l’originalità del prodotto all’interno del panorama italiano, ma soprattutto per la sua grande forza visiva. Carnale e intensa prova di Alessandro Borghi, capace di rendere in maniera incisiva i tormenti e le pulsioni di Remo.


Simone Manciulli

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