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Borat 2: Sacha Baron Cohen rivela le ultime curiosità, tra satira anti-Trump e totale adesione al personaggio

Continuano a susseguirsi le rivelazioni sull'atteso sequel di Borat, dal titolo Borat: Subsequent Moviefilm, noto anche col titolo Borat Subsequent Moviefilm: Delivery of Prodigious Bribe to American Regime for Make Benefit Once Glorious Nation of Kazakhstan. Recente la notizia che Sacha Baron Cohen ha rotto la tradizione della segretezza, da lui utilizzata nei suoi documentari per rendere genuine le reazioni degli interlocutori anche a rischio di conseguenze poco gestibili, per spiegare una scena a Judith Dim Evans, sopravvissuta all'Olocausto e scomparsa poco dopo la fine delle riprese (il film è a lei dedicato).

Cohen ha inoltre rilasciato un'intervista al New York Times, svelando dettagli sul suo film in uscita a fine ottobre: un'opera dichiaratamente anti-Trump (non a caso destinata all'uscita a pochi giorni dalle elezioni presidenziali che vedranno Trump contrapporsi al democratico Joe Biden), che farà emergere la preoccupante deriva autoritaria sempre più evidente negli ultimi anni ("I pregiudizi sono usciti allo scoperto. I razzisti sono fieri di essere razzisti").

Tra aiuole usate come bagni, figlie rinchiuse in gabbie, l'incursione alla conferenza di Mike Pence, vicepresidente Usa dell’amministrazione Trump, allo scopo di offrire la propria figlia ("Mi sono nascosto in bagno, ascoltando cose senza senso e bisogni corporali per ore, poi sono entrato nella stanza, circondato da polizia, sicurezza e servizi segreti") e totale adesione tra interprete e personaggio ("Ho vissuto nel personaggio per cinque giorni in questa casa in pieno lockdown con due teorici del complotto. Mi svegliavo, facevo colazione, pranzo, cena e andavo a dormire, tutto come Borat, non potevo staccare nemmeno un attimo"), il sequel di Borat si preannuncia a dir poco esplosivo.

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