Bugs Bunny: il coniglio che ha giocato a basket con Michael Jordan e LeBron James compie 80 anni
27/07/2020
È il 27 luglio 1940, in piena guerra mondiale, quando un coniglio animato muove i suoi primi passi fuori dalla tana, per sfuggire a un fucile che lo sta cercando. Il cortometraggio si intitola Caccia al coniglio (A Wild Here, in originale) e racconta dell’incontro tra Bugs Bunny e il cacciatore Taddeo, il primo di moltissimi incontri in cui, naturalmente, a farne le spese sarà il giovane armato di fucile. Il cortometraggio, con la regia di Tex Avery, fa parte di una raccolta firmata Warner Bros. intitolata Merrie Melodies, una sorta di risposta alle Silly Simphonies di Walt Disney e non è poi così assurdo pensare che Bugs Bunny sia, a conti fatti, il Topolino dei Looney Tunes (e non è un caso che in Chi ha incastrato Roger Rabbit? mentre Eddie sta precipitando dal palazzo siano proprio Bugs e Mickey a “salvarlo”). Un simbolo, un icona, un mito.  

 

«What’s Up, Doc?»

 
Tex Avery è sicuramente celebre per aver fatto esordire Bugs nel suo cortometraggio, ma come raccontato dallo stesso coniglio in Super Bunny in orbita, «invece di avere una miriade di figli, cosa che sarebbe assolutamente normale per un coniglio» lui ha moltissimi papà: Chuck Jones (che nel 1941 in La lepre domestica utilizza per la prima volta il nome Bugs Bunny), Friz Freleng, Bob McKimson, ma anche Tedd Pierce, Warren Foster e Mike Maltese, che hanno scritto la sua biografia. Oltre, naturalmente, alla sua voce originale: Mel Blanc. Ma, come ha ben sottolineato Bugs durante la presentazione del film, il suo nome viene spesso modificato a seconda di chi lo pronuncia, per esempio Taddeo si riferisce a lui come «Quel farabutto di un roditore», mentre Yosemite Sam lo chiama «Quel brutto furfante mangiatore di carote». Non è un mistero, infatti, che Bugs Bunny non sia universalmente amato, anzi, chi gli dà la caccia spesso si trova vittima della sua furbizia, della sua astuzia ma anche del suo carattere a tratti arrogante ed eccessivamente sicuro di sé che fa di lui un personaggio straordinario, ma non per tutti. Dal 1940 sono moltissime le apparizioni sul piccolo schermo del coniglio, al punto che in pochissimo tempo, pur non essendo il primo personaggio dei Looney Tunes ad essere realizzato, ne diventa comunque simbolo. Il suo atteggiamento, con le carote masticate velocemente mentre parla, pare sia stato preso da Clark Gable e dalla sua interpretazione in Accadde una notte

 

«Bugs Bunny?»
«E chi ti aspettavi, Fratel Coniglietto?»

 
Il 1996 è l’anno del debutto sul grande schermo, e Space Jam l’occasione per poter giocare a basket assieme al giocatore più forte di tutti i tempi: Michael Jordan. Pellicola divenuta in pochissimo tempo un film cult, sia per la presenza di Air Jordan, sia per la tecnica mista animazione/live-action che permise di far giocare a basket i Looney Tunes e di farli interagire con i giocatori della NBA. Memorabile, tra le tante sequenze del film, il discorso motivazionale di Jordan durante il quale Daffy Duck e compagni si addormentano, convinti poi da Bugs che sfodera l’energia segreta di Michael per convincerli. Salvando, di fatto, il paese dei Looney Tunes. A 80 anni, però, Bugs è pronto a rimettersi nuovamente in gioco: Space Jam: A New Legacy e LeBron James lo attendono sul campo.

 
Era il 1940, e quel fucile, dopo 80 anni, non ci sarà più: sarà una falce a sostituirlo. Ma non importa: Bugs Bunny troverà il modo di rivoltarla comunque contro Taddeo. Perché Bugs Bunny è storia, e lo sarà per sempre.

Lorenzo Bianchi

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