A rischio il futuro dei Cahiers du Cinéma, dopo che la redazione ha rassegnato in blocco le dimmissioni in seguito al conflitto d'interessi in cui versa la storica e più prestigios rivista di cinema francese, acquistata da un nuovo gruppo editoriale composto affaristi, imprenditori e produttori cinematografici.
I 15 membri dimissionari della redazione hanno diramato un comunicato ufficiale in cui fanno appello alla clausola di coscienza che protegge i diritti dei giornalisti in caso di cambio di proprietà. Qualsiasi articolo che tratterà dei film realizzati dagli otto produttori acquirenti, infatti, stando alle firme dei Cahiers potrà essere accusato di compiacenza verso gli stessi. Ai giornalisti dei Cahiersi è stato chiesto di ammorbidire il proprio stile, renderlo più accessibile e "tornare a focalizzarsi sul cinema francese". Il timore, per loro, è quello di un'infiltrazione dell'industria del cinema francese nella rivista veicolata dalla nominata a direttrice generale della delegata della SRF (Société des Réalisateurs de Films), Julie Lethip.
"I Cahiers non sono mai stati né "conviviali" né "chic" - si legge nel comunicato ufficiale - Sono sempre stati una rivista di critica impegnata, che non si è sottratta dal prendere posizione. Il nostro articolo più importante è “Une certaine tendance du cinéma français” (1954), scritto da Francois Truffaut, che criticava duramente la borghesia di una parte del cinema francese. Fare dei Cahiers una vetrina per la promozione del cinema d’autore francese vorrebbe dire snaturare il nostro lavoro."
"Negli anni '50, la rivista è stata fondata per fare la guerra al cinema francese - ha dichiarato Jean-Philippe Tessé, vicedirettore e giornalista di Cahiers per 17 anni - I nuovi proprietari vogliono renderlo chic e cordiale, è un'assurdità assoluta". Secondo Le Monde, tuttavia, i nuovi azionisti dichiarano di non aver incaricato il personale di modificare la propria visione editoriale.
Diretta attualmente da Stéphane Delorme, la rivista è stata fondata nel 1951 da André Bazin, Jacques Doniol-Valcroze e Joseph-Marie Lo Duca. Ha annoverato tra le sue firme i cineasti Jean-Luc Godard, François Truffaut e Claude Chabrol, Éric Rohmer e Jacques Rivette, oltre a André Téchiné, Léos Carax e Olivier Assayas in tempi più recenti, e battezzato la nozione di cinefilia come la conosciamo oggi.
La scelta arriva in scia ad altre dimissioni di massa, quelle dell'intero consiglio di amministrazione dei Cesar, che ha chiesto una revisione completa dell'organizazione.
Fonte: Indiewire
I 15 membri dimissionari della redazione hanno diramato un comunicato ufficiale in cui fanno appello alla clausola di coscienza che protegge i diritti dei giornalisti in caso di cambio di proprietà. Qualsiasi articolo che tratterà dei film realizzati dagli otto produttori acquirenti, infatti, stando alle firme dei Cahiers potrà essere accusato di compiacenza verso gli stessi. Ai giornalisti dei Cahiersi è stato chiesto di ammorbidire il proprio stile, renderlo più accessibile e "tornare a focalizzarsi sul cinema francese". Il timore, per loro, è quello di un'infiltrazione dell'industria del cinema francese nella rivista veicolata dalla nominata a direttrice generale della delegata della SRF (Société des Réalisateurs de Films), Julie Lethip.
"I Cahiers non sono mai stati né "conviviali" né "chic" - si legge nel comunicato ufficiale - Sono sempre stati una rivista di critica impegnata, che non si è sottratta dal prendere posizione. Il nostro articolo più importante è “Une certaine tendance du cinéma français” (1954), scritto da Francois Truffaut, che criticava duramente la borghesia di una parte del cinema francese. Fare dei Cahiers una vetrina per la promozione del cinema d’autore francese vorrebbe dire snaturare il nostro lavoro."
"Negli anni '50, la rivista è stata fondata per fare la guerra al cinema francese - ha dichiarato Jean-Philippe Tessé, vicedirettore e giornalista di Cahiers per 17 anni - I nuovi proprietari vogliono renderlo chic e cordiale, è un'assurdità assoluta". Secondo Le Monde, tuttavia, i nuovi azionisti dichiarano di non aver incaricato il personale di modificare la propria visione editoriale.
Diretta attualmente da Stéphane Delorme, la rivista è stata fondata nel 1951 da André Bazin, Jacques Doniol-Valcroze e Joseph-Marie Lo Duca. Ha annoverato tra le sue firme i cineasti Jean-Luc Godard, François Truffaut e Claude Chabrol, Éric Rohmer e Jacques Rivette, oltre a André Téchiné, Léos Carax e Olivier Assayas in tempi più recenti, e battezzato la nozione di cinefilia come la conosciamo oggi.
La scelta arriva in scia ad altre dimissioni di massa, quelle dell'intero consiglio di amministrazione dei Cesar, che ha chiesto una revisione completa dell'organizazione.
Fonte: Indiewire