«Che dirvi? So’ tanti...Ma la mente è lucida, lo spirito positivo e le anche robuste. Quindi la corsa continua!»
70 anni oggi per Carlo Verdone, volto iconico e malincomico dell'italianità sul grande schermo.
39 film davanti alla macchina da presa, 27 in cabina di regia: in 40 anni di carriera Verdone ha saputo raccontare con sguardo sagace, amaro, talvolta bonariamente indulgente un'umanità debole e tenera, stralunata e sognatrice, alla ricerca del successo (vero o fittizio) ma ancorata con forza e un pizzico di disperazione a miti potenzialmente irraggiungibili.
Quale modo migliore di celebrare la comicità dolceamara di un mito se non con la sua filmografia? Ecco dove vedere in streaming i film di Carlo Verdone:
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L'amore è eterno finché dura (2004)
Una commedia sentimentale dalle influenze alleniane, incentrata sulle nevrosi dell'età adulta e sulle difficoltà della vita di coppia. Carlo Verdone sceglie un registro leggero e poco impegnato, sempre in bilico tra il ritratto umano amarognolo e la farsa più terra terra.
Omaggio alla Dolce Vita felliniana, ritratto impietoso della vuotezza estetizzante della società borghese contemporanea, galleria meravigliosa di una capitale languida e agonizzante, poema sull'inutilità della vita e sulla tragedia dell'invecchiamento: La grande bellezza, nel suo girovagare ebbro e sonnolento da una terrazza all'altra della Roma bene, è tutto questo e molto di più.
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Troppo forte (1986)
Dopo In viaggio con papà (1982), Carlo Verdone e Alberto Sordi tornano a lavorare fianco a fianco. Il simbolo della comicità romana e il suo erede designato in questa circostanza mostrano una maggiore alchimia, si divertono e regalano duetti sfiziosi.
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Borotalco (1982)
Guardando all'esempio della commedia italiana, Carlo Verdone riesce a raccontare con sguardo sagace e amaro un'umanità debole e tenera, stralunata e sognatrice, alla ricerca del successo (vero o fittizio) anche attraverso la manipolazione della realtà e la costruzione di identità alternative, ancorata con forza e un pizzico di disperazione a miti potenzialmente irraggiungibili (il citatissimo Lucio Dalla, ma anche la schiera di divi americani che vengono costantemente nominati dai vari personaggi come modelli di riferimento).
Un sacco bello (1980)
Esordio cinematografico per Carlo Verdone prodotto da Sergio Leone e sceneggiato dal regista insieme a Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi. La esile struttura drammaturgica, composta da tre episodi paralleli, è funzionale per esaltare le doti istrioniche dell'attore e regista impegnato a interpretare con mirabile talento ben sei personaggi (i tre protagonisti e tre figure secondarie), incarnando tic, idiosincrasie, meschinità e debolezze di uomini comuni, mediocri alla ricerca di possibilità di riscatto puntualmente deluse.
Bianco, rosso e verdone (1981)
Notevoli le capacità di interprete comico e trasformista dell'attore e regista romano, così come alcune trovate genuinamente divertenti (i progressivi furti subiti da Pasquale, i rituali ossessivi compulsivi di Furio, la sequenza di Mimmo al cimitero). Le risate subiscono una brusca battuta d'arresto nell'amaro epilogo, secondo una tendenza cara al regista.
Compagni di scuola (1988)
Il film più ambizioso e compiuto di Carlo Verdone che riesce a modulare un personale approccio alla commedia all'italiana, costruendo un racconto capace di far sorridere pur muovendosi su un sottotesto malinconico. Il regista romano mette in scena l'amaro bilancio esistenziale di un gruppo di disillusi trentenni che si trovano a dover fare i conti con i rispettivi campionari di delusioni, fallimenti e miserie personali.
Maledetto il giorno che t'ho incontrato (1992)
Una commedia romantica che racconta l'incontro tra due nevrotici con tocco leggero e sofisticato, dal ritmo sincopato e trascinante che guarda a Woody Allen. Carlo Verdone firma uno dei suoi film più riusciti, stemperando l'amarezza di fondo e declinando con affetto e brillante inventiva la storia di due disadattati che cercano di coesistere malgrado il loro carico di fobie e conflittualità latenti.
Viaggi di nozze (1995)
Carlo Verdone torna alla struttura episodica dei suoi primi film e ripropone tre dei caratteri di maggior successo del suo repertorio: il coatto, il logorroico e l'ingenuo. Le macchiette cui l'attore e regista romano presta il volto suscitano il sorriso ma si fanno veicolo di uno sguardo sul mondo e sulla contemporaneità più indulgente del solito. La coppia di burini, protagonista dell'episodio più riuscito, è entrata nell'immaginario collettivo (così come il tormentone «'O famo strano?»).
Io e mia sorella (1987)
Uno dei film più amari di Carlo Verdone. Il regista conferma la sua sensibilità nel riuscire a ottenere il meglio da Elena Sofia Ricci e, soprattutto, dalla Muti, impegnata in una delle sue prove migliori accanto a un malinconico perdente, grottesco eppure tenero.
Le musiche di Verdone: