«Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo»: questa l’enunciazione del Comma 22, parte del regolamento dei piloti americani durante la seconda guerra mondiale, paradossale e contraddittoria regola che dà il titolo a Catch 22, nuova miniserie originale Sky appena andata in onda. Tratta dal celebre omonimo romanzo del 1961 scritto da Joseph Heller, autentico manifesto pacifista dell’epoca, racconta con una feroce critica antimilitarista le più estreme e impensabili assurdità a cui l’esercito americano sottoponeva i giovani soldati. Prodotta, interpretata e diretta (in due puntate) da George Clooney, ha i toni di una commedia nera tagliente a metà tra M*A*S*H di Robert Altman e il black humour dei fratelli Coen.
John Yossarian, detto Yoyo, è una giovane recluta che ha scelto il ruolo di bombardiere, convinto che il lungo ed estenuante addestramento durerà a tal punto da evitargli di scendere in guerra. Sessanta giorni dopo si trova a sorvolare i cieli dell’Italia centrale cercando di evitare i colpi nemici e di bombardare le basi dei tedeschi. Da subito si rende conto che non è lo scenario che si aspettava di affrontare. La situazione peggiora vertiginosamente quando i suoi superiori cominciano ad aumentare il numero delle missioni aeree: da 25 a 30, da 30 a 35 e così via sfruttando forzate motivazioni o vuoti incoraggiamenti. Le possibilità di morire si moltiplicano, lo stress sale e Yoyo vede i suoi compagni cadere uno dopo l’altro. Prova così in tutti modi a ottenere il congedo: fingendo una malattia, manomettendo l’aereo, modificando le linee nemiche sulla cartina tattica. Tutti i tentativi sembrano vani. Il fato che lo aspetta è inesorabile e il velo di un apparente libero arbitrio viene presto strappato.
Ambientato nella base militare sull’isola dell’arcipelago toscano di Pianosa (ma girato in Lazio e Sardegna), questo graffiante racconto si sofferma più sui rapporti umani dei giovani soldati che sulle loro azioni in guerra. Molti i momenti di scanzonato cameratismo che umanizzano al massimo i personaggi: tutti fuorché Yossarian sembrano ottimisti, convinti che sia meglio morire col sorriso stampato in volto che morire preoccupati. Ma Yoyo, forte della sua giovane età, è più attaccato che mai alla vita e non ha nessuna intenzione di perderla per qualche superiore che, chiuso in un ufficio, decide le sorti di una guerra dove il nemico non ha volto, dove combattere vuol dire far esplodere dei luoghi immersi nel verde o bombardare antichi borghi.
I tempi comici, molti e ben dosati, esprimono la goliardia di una giovane generazione che nonostante la situazione vuole godere della vita. Ma la commedia sconfina spesso in satira per descrivere le molte dinamiche grottesche dell’esercito americano: la nomina a maggiore di un soldato semplice solo perché di cognome fa Maggiore, l’esenzione dalle missioni di un soldato perché riesce a procurare ad un superiore delle ottime costolette d’agnello e così via. I personaggi di contorno sono più che mai paradossali e tragicomici, oltre che interpretati da un cast d’eccezione. Accanto all’ottimo protagonista, l’astro nascente Christopher Abbott, troviamo: il bravissimo e sempre sottovalutato Kyle Chandler nel ruolo totalmente sopra le righe del Colonello Cathcart, l’affascinante Hugh Laurie, celebre per aver interpretato il Dr. House, nel ruolo del godereccio Maggiore de Coverley e, ovviamente, lo stesso Clooney, che torna sullo schermo televisivo ad anni di distanza da E.R. interpretando il villain della serie, l’isterico e autoritario tenente Scheisskopf che prende di mira e vessa il protagonista. Sul fronte italiano, oltre alle splendide ambientazioni, ci difendiamo con la partecipazione di uno dei nostri interpreti più internazionali, il grande Giancarlo Giannini, libertino ma saggio proprietario di un bordello.
Catch 22 racchiude, nel numero conciso delle sue 6 puntate, un prodotto di ottima qualità (gli episodi meglio girati sono i due diretti da Clooney) e di alta godibilità, ma soprattutto esprime una consapevole critica sociale distante da noi nel tempo, ma empaticamente molto vicina. È l’altra faccia di una guerra raramente raccontata in queste vesti, un conflitto nel quale non esistono buoni o cattivi, ma solo ragazzi poco più che adolescenti trasformati in carne da macello. Il destino di Yoyo è quello di continuare all’infinito in un circolo vizioso di missioni sempre più prive di senso, vedendosi circondato gradualmente dalla carneficina dei suoi compagni. È una guerra senza via di scampo, dove non esistono vincitori, l’assurdità del conflitto si riflette nell’assurdo quotidiano e l’unica soluzione logica infine è quella di rifiutare qualsiasi logica.
Cesare Bisantis