Il famoso sceneggiatore e regista Charlie Kaufman si dedica alla letteratura!
Dopo aver dato alla luce sceneggiature incredibili, come quella di Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of a Spotless Mind, 2004) di Michel Gondry, e aver diretto intriganti film, quali Anomalisa e Synecdoche, New York, Kaufman ha deciso di scrivere un romanzo: il titolo sarà Antkind e avrà come protagonista un nevrotico critico cinematografico.
B. Rosenberger Rosenberg è uno sfortunato critico che scopre un "film impossibile": un lungometraggio che dura, letteralmente, tre mesi, con anche le pause per andare in bagno comprese nella durata. Rosenberg, però, è l'unico ad averlo visto prima che la pellicola venisse distrutta. Trovarne un'altra copia potrebbe cambiare in modo definitivo la sua vita e migliorarla? O questa ricerca impossibile lo porterà a distruggersi ancora di più?
Kaufman ha dichiarato di essersi goduto a fondo il mondo della prosa, apprezzando, in particolare, la mancanza di restrizioni: "Non ci sono limiti di budget in un romanzo. Non ci sono gli studios che vogliono controllare il materiale".
Ecco la sinossi ufficiale:
B. Rosenberger Rosenberg, un critico cinematografico nevrotico e sottovalutato, si "scontra" con un film mai visto fino ad allora, diretto da un enigmatico sconosciuto. B. è convinto che questo film cambierà la traiettoria della sua carriera e il mondo del cinema sarà scosso fino alle sue fondamenta: ha scoperto quello che potrebbe essere il miglior film mai realizzato, un capolavoro in stop-motion lungo tre mesi che l'autore ha completato in circa 90 anni. B. sa che mostrarlo al resto dell'umanità è la sua missione. Ma c'è un problema: il film è stato distrutto e lui è l'unico testimone rimasto di questa effimera genialità.
Tutto ciò che rimane è una singola inquadratura da cui B. deve cercare di ricostruire l'intero film, forse l'ultima grande speranza della civilità. Inizia così un sorprendente viaggio nei ridicoli meandri della sua psiche, a metà strada tra rigogliosi passaggi kafkiani e l'atrofizzante e continuo "vomitare" del feed di Twitter.
Nel disperato tentativo di trovare un ordine nella sua esistenza senza senso, B. cerca di ricreare questo capolavoro perduto, mantenendo, allo stesso tempo, il passo con una cultura di "like" e auto-condanne sempre più frammentaria.
AntKind è un ricco ragionamento sull'arte, sul tempo, sulla memoria, sull'identità, sulla comicità e sulla vera natura dell'esistenza stessa - il briciolo di verità al centro di ogni battuta.
Fonte: Collider