Gli anni Sessanta hanno rappresentato con ogni probabilità il periodo di massimo splendore del cinema italiano. Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Federico Fellini: sono solo alcuni dei nomi eccellenti che hanno elevato la produzione nostrana a gioiello da ammirare in tutto il mondo.
Dieci registi per dieci grandi classici: ecco dove guardare in streaming alcuni dei memorabili titoli che hanno segnato l'epoca d'oro della cinematografia italiana:
La ciociara (Vittorio De Sica, 1960) - Rai Play
Lo schematismo narrativo e ideologico è evidente, ma la presenza esplosiva della Loren (perfetta in una parte che era stata pensata per l'apparentemente ben più calzante Anna Magnani) riesce a rendere il film quasi epico, con momenti di vita quotidiana funzionali a comprendere il necessario pragmatismo contadino e scene entrate di diritto nell'immaginario collettivo.
Il bell'Antonio (Mauro Bolognini, 1961) - Amazon Prime Video
Un ritratto sofferto di un'Italia post-bellica perennemente schiava delle apparenze e vittima dei pregiudizi sociali. Il non detto della sceneggiatura (alla cui stesura prese parte anche Pier Paolo Pasolini) è il vero punto di forza del film, che si avvale delle ottime interpretazioni di Marcello Mastroianni e di Claudia Cardinale, splendida donna-angelo.
C’era una volta il West (Sergio Leone, 1968) - Rai Play
Un canto funebre e malinconico nei confronti di un'epoca che sta finendo e di un genere ormai al tramonto: l'omaggio (definitivo) alla leggenda del western realizzato da Leone è una maestosa sinfonia audiovisiva, dove le immagini del regista e le musiche di Ennio Morricone danzano armoniosamente in un «balletto di morte» (come scelse di definirlo lo stesso autore) monumentale e, per molti versi, inarrivabile. Una delle pellicole più raffinate ed emozionanti dell'intera storia del cinema.
La ragazza con la valigia (Valerio Zurlini, 1961) - Rai Play
Malinconico dramma senza tragedie, è anzitutto un saggio della maturità di Zurlini nella direzione degli attori e nell'ambientazione di una storia intima nella provincia italiana degli anni Sessanta. Un piccolo trattato sociale in forma di lungometraggio, capace di affascinare senza enfasi né retorica.
L’armata Brancaleone (Mario Monicelli, 1966) - Rai Play
Una spassosa commedia all'italiana corale che narra le vicende di uno scalcinato gruppo di anti-eroi alle prese con un'impresa fuori dalla loro portata. L'età di mezzo come mai prima era stata raccontata, la farsa utilizzata per svelare crudamente la realtà di un periodo che nell'immaginario collettivo è fatto di dame, castelli e cavalieri. Creare ad hoc per la pellicola un linguaggio a metà tra il volgare dell'epoca e un italiano attuale dialettale è la geniale trovata degli sceneggiatori, che non pregiudica affatto l'effettiva comprensione del film, ma, anzi, ne diventa spassoso marchio di fabbrica.
La notte (Michelangelo Antonioni, 1961) - Amazon Prime Video
La poetica intellettuale di Antonioni si fa qui ancora più rarefatta e l'indagine dei sentimenti assume i tratti dell'apologo metafisico, affascinante nel suo abbandonarsi a soluzioni imperscrutabili. L'angoscia esistenziale diventa pensiero (e desiderio recondito) di morte, l'apparato visivo e sonoro raggiunge un formalismo di altissimo livello: qualche eccesso letterario nei dialoghi rischia di rendere rigido il naturale dipanarsi di una narrazione scarnificata ma, al tempo stesso, concettualmente ricchissima.
Io la conoscevo bene (Antonio Pietrangeli, 1965) - Rai Play
Racconto straziante e disturbante sulla corruzione di un'anima, contaminata da un mondo immolato all'arrivismo e a una sfrenata esaltazione della mediocrità, il film è dominato dalla figura ingenua di Adriana (tratteggiata da una Stefania Sandrelli in stato di grazia), apparentemente disinibita e impermeabile, che si concede a chiunque per acquisire esperienza, simbolo primario, nonché vittima sacrificale, di quella degenerazione morale portata dal boom economico e dalla decadenza dei costumi contemporanei.
Dillinger è morto (Marco Ferreri, 1969) - Rai Play
Una delle opere più anomale e coraggiose di Marco Ferreri, che si lancia anticonvenzionalmente nei territori del simbolismo e della piena rarefazione stilistica (la quasi totale assenza di dialoghi, la presenza di oggetti significanti all'interno delle inquadrature) per definire in maniera concreta e disturbante il concetto di alienazione.
Rocco e i suoi fratelli (Luchino Visconti, 1960) - Rai Play
Luchino Visconti tratteggia un quadro disperato in cui i personaggi, vittime del proprio ineluttabile destino, si muovono in un clima di tragedia che restituisce con impeccabile perizia la condizione sociale di una famiglia e, per estensione, di un'Italia alla ricerca di se stessa alle porte del boom economico.
Divorzio all’italiana (Pietro Germi, 1961) - Rai Play
Strepitoso e graffiante atto d'accusa contro una società italiana ipocrita e arcaica, ancorata a modelli culturali e sociali ormai vetusti e anacronistici come l'assenza di una legge sul divorzio e il mantenimento dell'articolo 587 del codice penale che regolava il delitto d'onore.