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Diario dal Tribeca Film Festival 2017 (giorno 8)

Siamo arrivati alla serata delle premiazioni, dove tutto viene deciso dalle giurie delle varie sezioni in gara e sono assegnati i premi del Sedicesimo Tribeca Film Festival. Ma la mattina è ricca di altri film da gustare.

Giovedì 27 aprile 2017


The Circle (2017)

Diretto da James Ponsoldt; nel cast: Emma Watson, Tom Hanks. Sezione: Galas.

The Circle

Mae viene assunta da una delle più importanti aziende del settore New Media e si fa notare ben presto per la sua intelligenza e intraprendenza. Quando il fondatore della società le propone di partecipare al primo esperimento di completa condivisione della propria vita in rete, accetta con entusiasmo. Ma fino a che punto è disposta a spingersi nel mettere a nudo sé stessa e la sua cerchia di affetti?
Anteprima mondiale e grandissima delusione per questo film che si trova a trattare argomenti estremamente attuali, ma lo fa in modo decisamente blando e senza mordente. Non c’è conflitto, non si sente alcuna reazione al palese sacrificio della propria vita privata, fattore che avrebbe dovuto rappresentare uno dei temi cardine della pellicola. Invece tutto ciò che le accade viene vissuto senza il minimo problema etico dalla protagonista, come se il suo fosse un mondo distopico in cui non esiste il concetto di privacy. Il cast di ottimi attori non viene sfruttato a dovere, con alcuni ridotti a piccoli ruoli sullo sfondo (John Boyega su tutti), e se anche Tom Hanks non riesce a risaltare, significa proprio che qualcosa in questa trasposizione cinematografica non ha funzionato per il verso giusto.

Thirst Street (2017)

Scritto e diretto da Nathan Silver; nel cast: Lindsay Burdge, Damien Bonnard. Sezione: Concorso US Narrative.

Thirst Street

A seguito del suicidio del fidanzato, una hostess americana fatica a riprendersi dallo shock. Incoraggiata ad uscire più spesso dalle colleghe preoccupate per lei, quando si trova a Parigi per uno scalo tecnico conosce e inizia a frequentare un barista di night club. Se ne innamora follemente, non del tutto ricambiata, al punto da decidere di licenziarsi e cominciare una nuova vita nella capitale francese.
Drammatica storia di amore non corrisposto, disperazione e solitudine, il film si regge sull’interpretazione della protagonista, che rende la complessità del personaggio, vulnerabile ma caparbio, diviso tra desiderio di condivisione e pericolosa ossessione, al meglio delle sue possibilità. Il regista cerca di integrare le varie ispirazioni e influenze del cinema europeo con alterne fortune per una pellicola che avrebbe forse meglio trovato la sua dimensione in una commedia nello stile di Almodovar.

Manifesto (2017)

Prodotto, scritto e diretto da Julian Rosefeldt; nel cast: Cate Blanchett. Sezione: Spotlight Narrative.

Manifesto

Una Cate Blanchett davvero camaleontica interpreta svariati personaggi di diverse etnie, età, sesso, classe sociale in altrettante vignette per rendere ogni volta un manifesto d’intenti differente sulla vera natura dell’arte.
Julian Rosefeldt, artista visuale tedesco, dirige la poliedrica attrice in una serie di luoghi evocativi in questo lungometraggio a metà tra cinema ed esibizione artistica, viaggio metafisico che esplora l’intenzione che sta dietro all’espressione artistica fino a toccare l’importanza stessa del racconto.

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