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Diario dal Tribeca Film Festival 2017 (giorno 9)

Ultimi giorni al Tribeca Film Festival 2017 e in serata proiezione imperdibile de ‘Le Iene’ seguita da una discussione con il regista Quentin Tarantino e gli attori Harvey Keitel, Michael Madsen, Steve Buscemi e Tim Roth.

Venerdì 28 aprile 2017


Dabka (2017)

Scritto e diretto da Bryan Buckley; nel cast: Evan Peters, Barkhad Abdi, Al Pacino, Melanie Griffith. Sezione: Spotlight Narrative.

Dabka

Un giovane scrittore canadese si trova a sbarcare il lunario facendo sondaggi nei supermercati. Il suo sogno di affermarsi come giornalista d’inchiesta sembra irrealizzabile, ma decide di provare a concretizzarlo partendo per la Somalia, unico occidentale presente, per fare un reportage sui pirati che attaccano le navi commerciali lungo le coste della Nazione africana.
Tratto da una storia reale, il titolo significa fuoco in somalo. Fuoco che arde nell’anima del giovane giornalista in cerca della propria voce e di un’occasione per brillare, armato delle migliori intenzioni e sinceramente interessato a comprendere le ragioni del malcontento e della rivolta. La Somalia e il popolo somalo giocano un ruolo fondamentale nel film, sia per la tematica di denuncia della pellicola, che per il ruolo di supporto di Abdi, che in ‘Captain Phillips’ è stato un pirata mentre qui è un traduttore, che per le molte comparse scelte tra la popolazione locale.

One Percent More Humid (2017)

Scritto e diretto da Liz W. Garcia; nel cast: Juno Temple, Alessandro Nivola. Sezione: Concorso US Narrative.

One Percent More Humid

Due migliori amiche si ritrovano in una torbida estate cercando di superare un trauma che le lega tra loro a doppio filo. Iris in particolare inizia una relazione con il suo consulente scolastico, un uomo sposato e con il doppio dei suoi anni, anch’egli alle prese con la propria crisi esistenziale.
Storia di formazione e passaggio ad un proprio io più maturo per le due ragazze protagoniste, questa dramedy d’atmosfera ha il suo punto di forza nelle interpretazioni della Temple e di Nivola, l’allieva e l’insegnante, la lolita e l’uomo adulto, il cui amore proibito e intesa di coppia risultano intensi e struggenti.

Paris Can Wait (2016)

Prodotto, scritto e diretto da Eleanor Coppola; nel cast: Diane Lane, Arnaud Viard, Alec Baldwin. Sezione: Special Screenings.

Paris Can Wait

In Francia per un weekend romantico, Anne e il marito, un produttore cinematografico, vengono separati all’aeroporto a causa di un suo contrattempo di lavoro. Jacques, un socio d’affari dell’uomo, si offre di accompagnare la moglie a Parigi e il viaggio diventerà la scusa per alcune soste turistiche e gastronomiche e, forse, per un tentativo di seduzione.
La moglie di Francis Ford Coppola, apprezzata documentarista, è qui all’esordio in un film di fiction all’età di 81 anni. Questo è l’unico dettaglio relativo alla pellicola che mi sembra degno di nota, perché per il resto l’ho odiata visceralmente. Di certo sono lontano anni luce dal suo target specifico, che è femminile e maturo, ma la trama è davvero flebile, i personaggi caricaturali e sembra veramente un pretesto dell’ufficio del turismo francese per mostrare qualche bellezza culturale unita a una serie infinita di pasti e piatti di nouvelle cuisine proposti allo spettatore.

Reservoir Dogs (1992)

Scritto e diretto da Quentin Tarantino; nel cast: Harvey Keitel, Tim Roth, Michael Madsen, Steve Buscemi, Quentin Tarantino. Sezione: Retrospectives.

Reservoir Dogs

Proiezione speciale tenuta al Beacon Theatre per i venticinque anni dall’uscita del film, realizzata utilizzando la pellicola 35 mm dalla collezione privata del regista. Alla conclusione del film cinque dei protagonisti hanno deliziato il pubblico presente con alcuni aneddoti dalla lavorazione dell’opera cult conosciuta in Italia col titolo di ‘Le Iene’.
In particolare, Tarantino ha ricordato come la prima proiezione non sia andata affatto bene tecnicamente, sia perché l’immagine risultava appiattita (il cinema non aveva un proiettore widescreen mentre il film era stato girato in cinemascope), sia perché era mancata la corrente elettrica nel momento culmine, prima del finale vero e proprio. Le successive proiezioni invece erano state un successo, anche se alla famigerata scena della tortura c’erano sempre alcuni spettatori che uscivano dalla sala, fattore che per lui era diventato quasi motivo d’orgoglio.
Svela poi che se Harvey Keitel non avesse accettato di partecipare al film probabilmente neanche gli altri attori l’avrebbero fatto e la sua carriera non avrebbe preso la piega che ha avuto. Considera Keitel il suo attore preferito, ma Harvey ricorda che la prima volta che si sono incontrati Quentin ha sbagliato a pronunciare il suo cognome! Inoltre, Keitel è stato fondamentale anche per far entrare Buscemi nel cast, perché è stato lui a insistere per tenere provini non solo a Los Angeles ma anche a New York, dai quali è stato scelto proprio Steve.
Durante l’audizione di Madsen, invece, l’attore voleva provare per la parte di Mr. Pink mentre il regista era convinto che lui potesse essere solo e unicamente Mr. Blonde, il ruolo che in effetti recita nel film. Delle tre scene che doveva leggere, Michael ne aveva preparata solo una, ma l’ha interpretata talmente bene che è stata sufficiente a convincere Tarantino. Per quanto riguarda la scena della tortura, nel copione si diceva solo che Mr. Blonde doveva ‘ballare qua e là in maniera maniacale’ ma nulla era stato provato a riguardo. Per cui quando è stato il momento del ciak, Madsen, che non aveva ricevuto indicazioni a riguardo nemmeno da Tarantino, ha improvvisato come meglio poteva, e il resto è storia (del cinema).
Al termine della serata, il regista chiosa riconoscendo che il motivo del continuo successo della pellicola dopo tanti anni sta proprio negli attori, ognuno perfetto per il proprio ruolo, ognuno che viene elevato e al tempo stesso eleva la prestazione degli altri.

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