Ci sono artisti con cui ognuno di noi cammina assieme per tutta la vita. Attori, scrittori, cantanti. Artisti che non ci lasciano mai soli, artisti che si prendono sempre cura del nostro bisogno di bellezza. Li troviamo dentro un film, dentro un libro, dentro una canzone. È come tornare a casa. È come fermare le lancette. Non importa quanto cambiamo, quanto ci muoviamo: loro sono là. Rassicuranti. Solidi. Necessari. E uno di loro, senza ombra di dubbio, è Takeshi Kitano.
Il Far East Film Festival 24 realizza un sogno veramente meraviglioso (non è possibile dirlo con meno enfasi): il sogno di portare a Udine uno dei colossi della scena mondiale. Un artista, appunto, che cammina da più di trent’anni assieme a chi ama il cinema. Non solo il cinema asiatico. Un artista leggendario che venerdì 29 aprile, sul palco del FEFF 24, riceverà il Gelso d’Oro alla carriera e farà volare il cuore del pubblico! I discepoli del Kitano più nero, scoperto guardando Violent Cop, i discepoli del Kitano più luminoso, scoperto guardando Il silenzio del mare, i discepoli che lo hanno scoperto (e continuano a scoprirlo) nell’arco del tempo…
Lasciando la parola a mister Kitano: «È per me un grande onore ricevere il Gelso d’Oro del Far East Film Festival di Udine: sono veramente felice, orgoglioso e commosso, questo premio va dritto al mio cuore, e vorrei esprimere la mia gratitudine agli organizzatori. Al tempo stesso, però, mi sento triste e terrorizzato per la situazione dell’Ucraina. In un momento così difficile, spero che tutti noi ricordiamo quanto la cultura e i film possano unire gli esseri umani… Grazie al Far East Film Festival e a tutti i miei amici italiani ed europei!».
Dopo aver premiato molte grandissime icone d’Oriente, da Jackie Chan a Joe Hisaishi, il Festival udinese incorona dunque Takeshi Kitano per il suo incredibile percorso. Un viaggio entusiasmante che spazia tra i generi e gli stili, tra il cinema e la televisione, ma anche tra la poesia e la letteratura, tra capolavori assoluti come Sonatine, Kids Return, Hana-bi (Leone d’Oro a Venezia nel 1997), L’estate di Kikujiro, Dolls, Zatoichi (Leone d’Argento 2003) e amatissimi cult di piombo e sangue come la saga criminale di Outrage. Senza ovviamente dimenticare il brutale sergente che interpreta nel celebre Furyo di Nagisa Oshima, al fianco di David Bowie e Sakamoto, o le incursioni hollywoodiane di Johnny Mnemonic e Ghost in the Shell.
Impossibile condensare (anzi: intrappolare) in poche righe le mille anime e le mille vite di Kitano: attore, regista, sceneggiatore, scrittore, pittore, comico, presentatore. Molto più facile aspettare il 29 aprile e il sogno che “Beat” Takeshi ci regalerà.
Il Far East Film Festival 24 realizza un sogno veramente meraviglioso (non è possibile dirlo con meno enfasi): il sogno di portare a Udine uno dei colossi della scena mondiale. Un artista, appunto, che cammina da più di trent’anni assieme a chi ama il cinema. Non solo il cinema asiatico. Un artista leggendario che venerdì 29 aprile, sul palco del FEFF 24, riceverà il Gelso d’Oro alla carriera e farà volare il cuore del pubblico! I discepoli del Kitano più nero, scoperto guardando Violent Cop, i discepoli del Kitano più luminoso, scoperto guardando Il silenzio del mare, i discepoli che lo hanno scoperto (e continuano a scoprirlo) nell’arco del tempo…
Lasciando la parola a mister Kitano: «È per me un grande onore ricevere il Gelso d’Oro del Far East Film Festival di Udine: sono veramente felice, orgoglioso e commosso, questo premio va dritto al mio cuore, e vorrei esprimere la mia gratitudine agli organizzatori. Al tempo stesso, però, mi sento triste e terrorizzato per la situazione dell’Ucraina. In un momento così difficile, spero che tutti noi ricordiamo quanto la cultura e i film possano unire gli esseri umani… Grazie al Far East Film Festival e a tutti i miei amici italiani ed europei!».
Dopo aver premiato molte grandissime icone d’Oriente, da Jackie Chan a Joe Hisaishi, il Festival udinese incorona dunque Takeshi Kitano per il suo incredibile percorso. Un viaggio entusiasmante che spazia tra i generi e gli stili, tra il cinema e la televisione, ma anche tra la poesia e la letteratura, tra capolavori assoluti come Sonatine, Kids Return, Hana-bi (Leone d’Oro a Venezia nel 1997), L’estate di Kikujiro, Dolls, Zatoichi (Leone d’Argento 2003) e amatissimi cult di piombo e sangue come la saga criminale di Outrage. Senza ovviamente dimenticare il brutale sergente che interpreta nel celebre Furyo di Nagisa Oshima, al fianco di David Bowie e Sakamoto, o le incursioni hollywoodiane di Johnny Mnemonic e Ghost in the Shell.
Impossibile condensare (anzi: intrappolare) in poche righe le mille anime e le mille vite di Kitano: attore, regista, sceneggiatore, scrittore, pittore, comico, presentatore. Molto più facile aspettare il 29 aprile e il sogno che “Beat” Takeshi ci regalerà.