La 77ª Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia si è conclusa lasciando ben impressa nella memoria degli spettatori la straordinaria interpretazione (e per chi ben conosce il lavoro dell’attrice statunitense questa non dovrebbe essere una sorpresa) di Frances McDormand in Nomadland, film che le è valso il suo terzo Oscar. Prova sicuramente impegnativa quella di interpretare il personaggio di Fern, vedova che, come una moderna nomade, si muove al di fuori delle convenzioni sociali attraverso le lande desolate dell’Ovest americano. Grandissimo spirito di abnegazione, quello dell’attrice statunitense, la quale non si è risparmiata il “lavoro sporco” ma anzi, ha splendidamente lavorato di sottrazione, riuscendo ad amalgamarsi alla perfezione con un cast di non professionisti. Ripercorriamo le tappe fondamentali di questa attrice la cui carriera sembra essere legata a doppio filo con un certo tipo di storia - e di donna - americana (lei stessa, collegata in conferenza stampa a Venezia via Zoom, ha detto: “Negli ultimi dieci anni ho imparato ad apprezzarmi grazie a ciò che ha scritto di me un giornalista: guardare il suo volto nei film è come visitare un parco nazionale americano”).
Impossibile non partire da Blood Simple (1984) esordio sia per l’attrice che per il duo di registi, i fratelli Coen, con i quali nascerà poi uno splendido sodalizio artistico e, con Joel in particolare, anche sentimentale (i due si sono infatti conosciuti sul set per convolare a nozze lo stesso anno). Già da questo esordio si intravedeva tutto il talento sia dell’attrice sia della coppia di registi, tutti accomunati dal desiderio di raccontare e interpretare un pezzo della provincia americana.
Nel 1989 arriva la prima nomination agli Oscar con il film Mississipi Burning (1988). Thriller girato con maestria e di grande impatto, capace di restituire un'immagine fedele, e durissima, della vita (e della morte) negli stati del Sud segregazionista degli anni Sessanta. Buona prova della McDormand, il cui nome inizia a girare tra i corridoi dell’Accademy.
Nel 1994 l’attrice statunitense vince il Golden Globe Speciale (resta fino a oggi l’ultima attrice ad aver ricevuto questo riconoscimento). Il film in questione è America oggi (1993) di Robert Altman. Il regista, tramite questo film corale, mostra in maniera impietosa le ceneri dello yuppismo e la sua perversa ontologia, capace di corrodere anche la borghesia più spiantata e le sue false aspirazioni. Un film, a tutti gli effetti, su un morbo antropologico e sulla sua demoralizzante ineluttabilità.
Frances dovrà attendere il 1997 per ricevere la statuetta più celebre dell’establishment cinematografico, successo che arriva con il film è Fargo (1996). Film clamoroso, quello dei fratelli Coen, in grado di aggiudicarsi il premio per la miglior regia a Cannes e l’Oscar alla miglior sceneggiatura originale. Il talento della McDormand riceve invece il giusto riconoscimento con l’Oscar alla miglior attrice protagonista; indimenticabile la sua Marge: una donna che si rivela straordinaria agendo in maniera del tutto ordinaria.
Altre due volte Frances sfiorerà l’Oscar: nel 2001 con Quasi Famosi (2000), film che tenta di raffigurare un'epoca segnata dai tour delle leggendarie rock band inglesi e americane negli anni '70; e nel 2006 con North Country (2005), film che porta sul grande schermo la prima causa collettiva per molestie sessuali della storia giudiziaria americana.
Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017) segna l’ennesimo riconoscimento del talento della McDormand (meritatamente premiata con l'Oscar come miglior attrice protagonista). Il cuore pulsante del film risiede proprio nella sua Mildred: il suo percorso alla ricerca di una giustizia che, in America e non solo, spesso bisogna provare a ottenere da soli è metafora di un paese in cui per far sentire la propria voce bisogna urlare più forte degli altri (la grandezza dei manifesti, in primis, ma anche l’incendio appiccato al commissariato della polizia locale).
Simone Manciulli
Impossibile non partire da Blood Simple (1984) esordio sia per l’attrice che per il duo di registi, i fratelli Coen, con i quali nascerà poi uno splendido sodalizio artistico e, con Joel in particolare, anche sentimentale (i due si sono infatti conosciuti sul set per convolare a nozze lo stesso anno). Già da questo esordio si intravedeva tutto il talento sia dell’attrice sia della coppia di registi, tutti accomunati dal desiderio di raccontare e interpretare un pezzo della provincia americana.
Nel 1989 arriva la prima nomination agli Oscar con il film Mississipi Burning (1988). Thriller girato con maestria e di grande impatto, capace di restituire un'immagine fedele, e durissima, della vita (e della morte) negli stati del Sud segregazionista degli anni Sessanta. Buona prova della McDormand, il cui nome inizia a girare tra i corridoi dell’Accademy.
Nel 1994 l’attrice statunitense vince il Golden Globe Speciale (resta fino a oggi l’ultima attrice ad aver ricevuto questo riconoscimento). Il film in questione è America oggi (1993) di Robert Altman. Il regista, tramite questo film corale, mostra in maniera impietosa le ceneri dello yuppismo e la sua perversa ontologia, capace di corrodere anche la borghesia più spiantata e le sue false aspirazioni. Un film, a tutti gli effetti, su un morbo antropologico e sulla sua demoralizzante ineluttabilità.
Frances dovrà attendere il 1997 per ricevere la statuetta più celebre dell’establishment cinematografico, successo che arriva con il film è Fargo (1996). Film clamoroso, quello dei fratelli Coen, in grado di aggiudicarsi il premio per la miglior regia a Cannes e l’Oscar alla miglior sceneggiatura originale. Il talento della McDormand riceve invece il giusto riconoscimento con l’Oscar alla miglior attrice protagonista; indimenticabile la sua Marge: una donna che si rivela straordinaria agendo in maniera del tutto ordinaria.
Altre due volte Frances sfiorerà l’Oscar: nel 2001 con Quasi Famosi (2000), film che tenta di raffigurare un'epoca segnata dai tour delle leggendarie rock band inglesi e americane negli anni '70; e nel 2006 con North Country (2005), film che porta sul grande schermo la prima causa collettiva per molestie sessuali della storia giudiziaria americana.
Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017) segna l’ennesimo riconoscimento del talento della McDormand (meritatamente premiata con l'Oscar come miglior attrice protagonista). Il cuore pulsante del film risiede proprio nella sua Mildred: il suo percorso alla ricerca di una giustizia che, in America e non solo, spesso bisogna provare a ottenere da soli è metafora di un paese in cui per far sentire la propria voce bisogna urlare più forte degli altri (la grandezza dei manifesti, in primis, ma anche l’incendio appiccato al commissariato della polizia locale).
Simone Manciulli