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I migliori film di Frank Capra: la nostra Top 10

«Magari non c'è mai stata un'America, magari c'erano solo i film di Capra» (John Cassavetes)

«Il cinema è una malattia, quando entra nel sangue prende il sopravvento. È come avere Jago nel cervello e, come per l'eroina, l'unico antidoto a un film è un altro film»: tra i registi più importanti dell'epoca d'oro di Hollywood, autore caratterizzato da un poetico ottimismo coniugato alla capacità di toccare le corde profonde del pubblico, Frank Capra (nato Francesco Rosario Capra) ha iniziato il suo apprendistato nel cinema come assistente di Mack Sennett. Il grande successo arriva grazie ad Accadde una notte (1934) con Clark Gable e Claudette Colbert, che dà il via alla cosiddetta screwball comedy e vince, per la prima volta nella storia, i cinque premi Oscar principali (film, regia, attore, attrice, sceneggiatura). Cantore del Sogno americano e dell'american way of life, è stato capace di plasmare un vero e proprio immaginario collettivo: per celebrare il giorno della sua nascita (18 maggio 1897), ecco una top 10 della filmografia di Frank Capra!


10) La grande sparata (1926)



È il primo lungometraggio di rilievo girato da Frank Capra che, a ventinove anni, dirige una commedia divertente e godibile fin dalle prime battute. Forte di una sceneggiatura impeccabile, il film punta su gag di alto livello, buoni colpi di scena e su un protagonista perfettamente in parte, che guadagnò popolarità e prestigio proprio con questo ruolo: Harry Langdon è perfetto e sembra che il ruolo gli sia stato cucito addosso. Notevole e molto meno banale di quanto il soggetto di base potrebbe suggerire


9) Orizzonte perduto (1937)



Ispirato all'omonimo romanzo di James Hilton, Orizzonte perduto deve il suo fascino alla magnifica città di Shangri-La, dove il tempo si è fermato e in cui tutti gli uomini vivono in pace. È un luogo utopico, o forse più semplicemente un sogno, che funge da spazio sublime e inquietante, fantasmatico e suggestivo. Il risultato è un film dai connotati onirici e fantastici, decisamente insoliti nella solitamente pragmatica carriera di Frank Capra.


8) L'eterna illusione (1938)



Uno dei prototipi della commedia classica americana. Buoni sentimenti, rivalità che finiscono per scomparire, trionfo dell'amore su tutto il resto: lo schema è piuttosto semplice, ma Frank Capra riesce a inserirvi una serie d'importanti elementi storico-politici relativi al New Deal, alla falsità del “Dio denaro” e alla necessità di aiutare il proprio prossimo in difficoltà. Tanta carne al fuoco, ma ben gestita e di cali non c'è nemmeno l'ombra. Due premi Oscar, i principali: miglior film e miglior regista.


7) Signora per un giorno (1933)



Appassionante favola metropolitana diretta da un Frank Capra in ottima forma: il regista di origini italiane sfoggia il suo tocco migliore e tratta con l'adeguata delicatezza una vicenda leggera sullo sfondo di una realtà a dir poco drammatica. La Grande Depressione, per Capra, è un periodo storico in cui la vera bontà è pronta a emergere e in cui si evidenzia chi è davvero disposto ad aiutare il suo prossimo: scelta sorprendente quella di dare il ruolo di “benefattore” a un criminale a capo di una banda di New York. Non mancano le gag e il tono è perennemente ottimistico, ma resta sempre un velo di malinconia che attraversa l'intera visione. Capra ne fece un remake: Angeli con la pistola, il suo ultimo lungometraggio, datato 1961.


6) Arriva John Doe (1941)



È forse il film più politico della carriera di Frank Capra e del suo sceneggiatore Robert Riskin. Non si tratta soltanto di un grido d'allarme contro i fascismi e i timori della guerra (già iniziata in Europa), ma anche di un'opera di denuncia contro la propaganda, dei mass media e non solo. Ben strutturato nei dialoghi, il film si avvale di un climax crescente che trova il suo apice nella memorabile convention sotto la pioggia. Capra abbandona la carota, prende in mano il bastone e il suo messaggio, a favore del popolo e della democrazia, si fa sentire. Bravo Gary Cooper. Conosciuto anche come I dominatori della metropoli.


5) È arrivata la felicità (1936)



Vera e propria summa della poetica di Frank Capra, È arrivata la felicità è una commedia impegnata, capace di toccare corde drammatiche (la Grande Depressione in particolare) all'interno di una narrazione spesso leggera e capace di far sorridere con la giusta dose di ottimismo. Lo si può leggere, per alcuni versi, come un nuovo Accadde una notte e come un'anticipazione di quel Mr. Smith va a Washington (1939) che tanto lo ricorderà, a partire da un titolo che non può che far pensare a uno stretto collegamento (in originale È arrivata la felicità si chiama Mr. Deeds Goes to Town). Capra fa dialogare gli opposti (il paesino e la metropoli, la povertà e la ricchezza, la sincerità e le menzogne) e trova come apice della sua riflessione il confronto tra normalità e pazzia, tra chi è sano e chi “eccentrico”, con una forte propensione per i secondi.


4) Mr. Smith va a Washington (1939)



Frank Capra si “dà alla politica” e mette in scena uno dei personaggi più memorabili del cinema classico a stelle e strisce: Mr. Smith, fin dal cognome che porta, è un tipico uomo medio, nato e cresciuto con il mito della democrazia americana e della città di Washington. È un eroe populista (nel senso più ampio e statunitense del termine), pronto a combattere la corrotta burocrazia governativa e deciso a difendere quel popolo che è stato chiamato a rappresentare. Indimenticabile il lungo discorso del protagonista che finisce, stremato, per svenire a terra. Semplicemente straordinario James Stewart, ma l'intero parterre di interpreti è di rara grandezza. Generò una serie televisiva omonima che venne trasmessa sulla Abc dal 1962 al 1963.


3) Arsenico e vecchi merletti (1944)



Dopo aver diretto diversi documentari di propaganda relativi alla Seconda guerra mondiale (la serie Why We Fight), Frank Capra torna al cinema di finzione con una pellicola che tanto ricorda le sue, splendide, commedie degli anni Trenta: in primis, È arrivata la felicità (1936) e L'eterna illusione (1938). La si potrebbe definire una commedia nera degli equivoci, Arsenico e vecchi merletti, ispirata a una pièce di Joseph Kesserling e incentrata su innumerevoli gag semplicemente irresistibili. In miracoloso equilibrio tra una serie di registri differenti, il film offre una meravigliosa galleria di personaggi, tutti a loro modo “folli”, che compongono una delle famiglie più bizzarre e divertenti che siano mai apparse sul grande schermo.


2) Accadde una notte (1934)



Insieme al coevo Ventesimo secolo (1934) di Howard Hawks, è il film che diede il via alla cosiddetta screwball comedy, sottogenere fondamentale del cinema hollywoodiano degli anni Trenta di cui Accadde una notte possiede tutte le caratteristiche principali: al centro c'è una coppia di personaggi eccentrici (ritratti spesso coi toni della commedia slapstick tipica del cinema muto) inizialmente “distanti” che finiranno poi per innamorarsi. La trama ruota così attorno a una vera e propria “guerra tra i sessi” (i continui battibecchi tra Colbert e Gable, “costretti” a fingersi sposati per viaggiare insieme) che, allo stesso tempo, è anche uno scontro tra due classi sociali differenti: lei è ricca, viziata e decisa a sposare un superficiale playboy; lui un reporter pragmatico che tenta in tutti i modi di riguadagnarsi il lavoro che gli hanno tolto. Fu la prima pellicola della storia del cinema a vincere i 5 premi Oscar principali: miglior film, miglior regista, miglior attore protagonista, miglior attrice protagonista e miglior sceneggiatura non originale (Robert Riskin).


1) La vita è meravigliosa (1946)



«Quando suona una campana un angelo mette le ali»: La vita è meravigliosa è il classico natalizio per eccellenza e uno dei massimi capolavori del cinema hollywoodiano degli anni Quaranta. Altruista e generoso, il padre di famiglia George Bailey è un tipico uomo comune con cui è facile immedesimarsi: per questo risulta ancor più straziante vederlo pronto a gettarsi da un ponte, dopo che un avaro banchiere ha deciso di mandarlo in rovina. Il buon Clarence, allora, gli mostra come sarebbe il mondo se lui non fosse mai nato e finisce per farlo ricredere. Quella che potrebbe apparire a prima vista come una semplice commedia dai toni zuccherosi, è in realtà una toccante discesa agli inferi che, con un ribaltamento narrativo a dir poco geniale, si sviluppa in un'inquietante dimensione parallela, capace di far capire come ogni essere umano influenzi il destino di decine di altre esistenze. Immortale e più volte citato e omaggiato.

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