I 5 migliori film di Gabriele Salvatores
30/07/2020

Regista, sceneggiatore e vincitore del Premio Oscar per il miglior film straniero nel 1992: Gabriele Salvatores spegne oggi settanta candeline!

Per festeggiarlo, ecco la nostra TOP 5 dei suoi migliori film:


5) Quo vadis baby



Gabriele Salvatores decide di misurarsi con il noir e lo fa attenendosi alle regole più consolidate del genere: donne conturbanti, misteri, ombre, giochi sonori che coinvolgono gli spazi esterni all'inquadratura. Basato sull'omonimo romanzo della scrittrice e musicista italiana Grazia Verasani.

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4) Puerto Escondido



Tratto dal romanzo omonimo di Pino Cacucci, la pellicola ricalca pedissequamente lo spirito proposto da Gabriele Salvatores nella cosiddetta "trilogia della fuga". Torna nuovamente la voglia di scappare dalla monotonia e dalla quotidianità per trovare la libertà da sempre sognata e dare un nuovo senso alla propria esistenza. 

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3) Turné



All'interno di una pellicola intimista on the road dalla solida scrittura (sceneggiatura di Francesca Marciano, Fabrizio Bentivoglio e lo stesso Salvatores), il trio di interpreti ha trovato un riuscito equilibrio, segno di una evidente alchimia al di là della finzione cinematografica.

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2) Mediterraneo



Commedia dolceamara, diventata lo specchio dei rimpianti, delle fragilità e delle insicurezze della generazione a cui appartengono anche il regista e l'affiatato gruppo di attori (fra cui spiccano Diego Abatantuono, Claudio Bisio e Giuseppe Cederna). Oscar come miglior film straniero. Tre David di Donatello (film, montaggio e suono in presa diretta) e Nastro d'argento al regista del miglior film.

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1) Io non ho paura



Una storia di formazione che, come tutte le favole nere, alterna buio e luce, Bene e Male, grandi e piccini. L'aspra realtà rurale del meridione trova nello sguardo del fanciullo il suo controcanto sognante, così come la torrida calura nei campi di grano si contrappone all'oscurità della caverna, luogo di segregazione metafora di un impossibile ritorno nell'utero materno.

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