La confusione iniziale della ragazza – Janelle Monáe – e lo spaesamento sonnambolico ricordano le figure femminili di Mulholland Drive.
La patina indecifrabile è attorcigliata dentro un senso fumoso tipico di David Lynch, ma anche quello criptico e riservato del Brad Anderson de L’uomo senza sonno.
Il racconto oscuro di Homecoming continua nella sua seconda stagione, pensata da Eli Horowitz e Micah Bloomberg dopo la chiusura, colma di quesiti, della prima, che vedeva protagonista Heidi Bergman (Julia Roberts) - assistente sociale addetta a reintegrare i reduci di guerra alla vita normale - coinvolta in un programma creato per eliminare i traumi degli ex soldati, sottoposti a trattamento amnesico attraverso una sostanza capace di cancellare i ricordi per farli tornare sul campo di guerra.
La storia di Heidi si intreccia a quella di Jackie e i misteri, infatti, continuano anche nel prosieguo: cosa ci fa la protagonista di Homecoming 2, sola, dentro una vecchia barca al centro di un lago nel bel mezzo del nulla?
Inizia così il primo episodio – People – dei sette che compongono il secondo capitolo della serie diretta da Kyle Patrick Alvarez in streaming su Amazon Prime Video.
Buio, foschia, ristagno. Una suspense che profetizza sgomento. Lampioni come alleati intimidatori, fari come eventualità di assoluzione. Smarrimento, totale amnesia.
Jacqueline è alla ricerca della sua identità - get over it dice un cartello, come fosse un avvertimento - eppure prosegue nel tentativo di ripristinare i ricordi, tallonando le tracce che ha: un documento d’identità e il nominativo di un pub.
Ci sono ancora delle verità occultate, come nella prima stagione, anche qui si allarga un susseguirsi di losche perplessità che compongono una fitta rete enigmatica dietro cui ruota tutto il secondo appuntamento con la serie uscita in Italia questo 22 maggio.
I misteri legati alla GEIST – azienda promotrice del progetto Homecoming - in questo nuovo ciclo hanno una personalità distinta rispetto a quelli dell’annata precedente firmati da Sam Esmail; il sequel, infatti, non vede più la Roberts nel ruolo della Bergman, bensì in quello di produttrice esecutiva (insieme a Esmail) con la sua casa di produzione Red Om Films e il cast ha un carattere più collettivo: tornano Stephan James e Hong Chau insieme all’attore premio Oscar Chris Cooper che fa il suo ingresso dal secondo episodio interpretando Leonard Geist - fondatore della spietata compagnia – e Joan Cusak.
Inoltre, la difformità dalla narrazione precedente fa sì che questa cronaca misterica di eventi riveli un’agilità di scrittura, laddove la costruzione più introspettiva della prima stagione facilitava – forse in piccola parte - l’immersione nell’Homecoming.
Cosa è meglio? A voi la scelta!
Hilary Tiscione