"Il collezionista di carte" è il miglior film del 2021 per Paul Schrader
20/12/2021
Autore di culto da sempre fuori dagli schemi dell'industria hollywoodiana, Paul Schrader ha stilato la sua classifica dei migliori film dell'anno e al primo posto ha messo... il suo ultimo film, Il collezionista di carte, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Evviva la sincerità, verrebbe da dire, per una scelta che rispecchia alla perfezione l'attitudine mai accomodante del regista, sceneggiatore e critico cinematografico statunitense, che non le manda certo a dire anche attraverso i suoi canali social (celeberrimi i suoi commenti ben poco lusinghieri ai film di Malick). Una top 10, quella di Schrader, molto interessante, che vede al suo interno anche Madres paralelas di Pedro Almodóvar, Spencer di Pablo Larraín e West Side Story di Steven Spielberg.
Calato in una claustrofobica e ipnotica atmosfera che proviene direttamente dai fasti di quella New Hollywood che lo stesso Schrader ha contribuito a codificare sia in veste di regista sia in veste di sceneggiatore, Il collezionista di carte riprende con assoluta coerenza lo spirito più autentico rintracciabile in tutto il cinema del grande autore americano. Se con First Reformed (2017) il modello di riferimento primario era l'austero rigore di Dreyer e Bresson, qui il focus è il cuore di tenebra USA visto attraverso gli occhi di un uomo nell'ombra costretto all'emarginazione, antieroe dilaniato dal senso di colpa per le atrocità commesse. William Tell (Oscar Isaac, straordinario) è una creatura della notte, che nella sua "seconda" vita rivive la spersonalizzante routine che scandisce i giorni in carcere. Il suo è un annullamento consapevole, figlio della volontà di redimersi ed espiare i propri peccati senza sottostare a nessuna imposizione socialmente riconosciuta. L'America ha fallito alla radice, la salvezza può essere solo frutto di una volontà individuale e le stoccate all'american way of life non mancano (una su tutte, la figura di Mr. USA). Ad accomunare i tre personaggi principali c'è un profondo senso di solitudine, reso in maniera magistrale soprattutto dalla scelta degli ambienti. Gli alienanti luoghi del gioco d'azzardo si sostituiscono alle laide strade newyorkesi messe in scena da Martin Scorsese (co-produttore esecutivo del fim), il contatto umano è ridotto ai minimi termini e la violenza, lasciata anche sapientemente fuori scena nel durissimo prefinale, si manifesta in tutta la sua brutalità.
Un film solido e potente, che si presenta come una parabola cristologica aggiornata alle ossessioni del contemporaneo, scandito da momenti di altissimo cinema, fin dai titoli di testa vecchio stile. I tòpoi schraderiani ci sono tutti, compreso il finale alla Pickpocket (1959) già ripreso, ad esempio, in American Gigolo (1980) e Lo spacciatore (1992), ma il tutto non scade mai nel "già visto" e le sequenze memorabili non mancano (una su tutte la passeggiata notturna tra Tell e La Linda, con le luci al neon che assumono i tratti di fiches psichedeliche).
Qui di seguito la top 10 completa di Paul Schrader:
1. IL COLLEZIONISTA DI CARTE di Paul Schrader
2. MEMORIA di Apichatpong Weerasethakul
3. SULL'ISOLA DI BERGMAN di Mia Hansen-Løve
4. MADRES PARALELAS di Pedro Almodóvar
5. BELFAST di Kenneth Branagh
6. UN EROE di Asghar Farhadi
7. THE RESCUE di Jimmy Chin e Elizabeth Chai Vasarhelyi
8. WEST SIDE STORY di Steven Spielberg
9. THE VELVET UNDERGROUND di Todd Haynes
10. SPENCER di Pablo Larraín
Evviva la sincerità, verrebbe da dire, per una scelta che rispecchia alla perfezione l'attitudine mai accomodante del regista, sceneggiatore e critico cinematografico statunitense, che non le manda certo a dire anche attraverso i suoi canali social (celeberrimi i suoi commenti ben poco lusinghieri ai film di Malick). Una top 10, quella di Schrader, molto interessante, che vede al suo interno anche Madres paralelas di Pedro Almodóvar, Spencer di Pablo Larraín e West Side Story di Steven Spielberg.
Calato in una claustrofobica e ipnotica atmosfera che proviene direttamente dai fasti di quella New Hollywood che lo stesso Schrader ha contribuito a codificare sia in veste di regista sia in veste di sceneggiatore, Il collezionista di carte riprende con assoluta coerenza lo spirito più autentico rintracciabile in tutto il cinema del grande autore americano. Se con First Reformed (2017) il modello di riferimento primario era l'austero rigore di Dreyer e Bresson, qui il focus è il cuore di tenebra USA visto attraverso gli occhi di un uomo nell'ombra costretto all'emarginazione, antieroe dilaniato dal senso di colpa per le atrocità commesse. William Tell (Oscar Isaac, straordinario) è una creatura della notte, che nella sua "seconda" vita rivive la spersonalizzante routine che scandisce i giorni in carcere. Il suo è un annullamento consapevole, figlio della volontà di redimersi ed espiare i propri peccati senza sottostare a nessuna imposizione socialmente riconosciuta. L'America ha fallito alla radice, la salvezza può essere solo frutto di una volontà individuale e le stoccate all'american way of life non mancano (una su tutte, la figura di Mr. USA). Ad accomunare i tre personaggi principali c'è un profondo senso di solitudine, reso in maniera magistrale soprattutto dalla scelta degli ambienti. Gli alienanti luoghi del gioco d'azzardo si sostituiscono alle laide strade newyorkesi messe in scena da Martin Scorsese (co-produttore esecutivo del fim), il contatto umano è ridotto ai minimi termini e la violenza, lasciata anche sapientemente fuori scena nel durissimo prefinale, si manifesta in tutta la sua brutalità.
Un film solido e potente, che si presenta come una parabola cristologica aggiornata alle ossessioni del contemporaneo, scandito da momenti di altissimo cinema, fin dai titoli di testa vecchio stile. I tòpoi schraderiani ci sono tutti, compreso il finale alla Pickpocket (1959) già ripreso, ad esempio, in American Gigolo (1980) e Lo spacciatore (1992), ma il tutto non scade mai nel "già visto" e le sequenze memorabili non mancano (una su tutte la passeggiata notturna tra Tell e La Linda, con le luci al neon che assumono i tratti di fiches psichedeliche).
Qui di seguito la top 10 completa di Paul Schrader:
1. IL COLLEZIONISTA DI CARTE di Paul Schrader
2. MEMORIA di Apichatpong Weerasethakul
3. SULL'ISOLA DI BERGMAN di Mia Hansen-Løve
4. MADRES PARALELAS di Pedro Almodóvar
5. BELFAST di Kenneth Branagh
6. UN EROE di Asghar Farhadi
7. THE RESCUE di Jimmy Chin e Elizabeth Chai Vasarhelyi
8. WEST SIDE STORY di Steven Spielberg
9. THE VELVET UNDERGROUND di Todd Haynes
10. SPENCER di Pablo Larraín