In reazione all'epidemia di Coronavirus, il Festival di Cannes 2020 non si terrà in versione virtuale qualora non ci sarà la possibilità di organizzare fisicamente l'evento, come confermato dal direttore del festival Thierry Frémaux.
"(Per) Cannes, la sua anima, la sua storia, la sua efficienza, è un modello che non funzionerebbe. Che cos'è un festival digitale? Una competizione digitale? Dovremmo iniziare chiedendo ai titolari dei diritti se sono d'accordo", ha dichiarato Frémaux a Variety.
“Un film di Wes Anderson o di Paul Verhoeven su un computer? Top Gun 2 o Soul in un altro posto che non sia un cinema? Questi film sono stati rinviati per essere proiettati su un grande schermo; perché dovremmo volerli far vedere prima su un dispositivo digitale?", ha detto Fremaux, riferendosi ironicamente ad alcuni dei titoli di cui si è parlato come film in predicato per la prossima edizione di Cannes.
Il grande punto interrogativo intorno all'edizione 2020 è sorto all'inizio di marzo, quando l'epidemia di coronavirus è diventata un problema globale. Dopo settimane di speculazioni, gli organizzatori hanno posticipato l'evento lo scorso 19 marzo, spostandolo dalle consuete date di metà maggio a fine giugno - inizio luglio, anche se le nuove date devono ancora essere fissate (una prospettiva non semplice, data la situazione vigente).
"I registi di film sono guidati dall'idea di mostrare i loro film su un grande schermo e condividerli con altre persone in eventi come i festival, non per far sì che i loro lavori finiscano su un iPhone. Se tutti i festival vengono cancellati, dovremo pensare a un modo per mostrare i film, per evitare di perdere un anno, ma non penso che un'alternativa precaria e improvvisata di Cannes o Venezia sarebbe la soluzione", aggiunge Frémaux.
Le sue parole fanno il paio con i commenti di Alberto Barbera, il direttore della Mostra del Cinema di Venezia, che nelle scorse ore ha escluso la prospettiva che il festival lagunare si svolga sotto forma di evento digitale, distanziandosi dal modello annunciato dal Toronto International Film Festival, definito da Barbera "un altro tipo di festival" (trovate i dettagli nell'articolo allegato in fondo alla pagina). Il Festival di Cannes lavora poi a stretto contatto con distributori ed esercenti francesi, che sono ben rappresentati nel consiglio di amministrazione del festival, e la chiusura di Cannes allo streaming caldeggiata in passato tradisce anche in questo nuovo contesto di allarme una certa riluttanza a cedere il passo alla fruizione digitale del cinema.
Cannes, stando a quanto si può apprendere dai canali ufficiali del festival già da diverse settimane a questa parte, sta proseguendo con la selezione dei film (le date d'iscrizione sono state prorogate di un mese e mezzo), monitorando al contempo l'evoluzione dellla pandemia. Il dilagare del Covid-19 ha già causato 8.911 morti in Francia e il coronavirus potrebbe raggiungere un picco nel paese all'inizio della prossima settimana, secondo i rapporti locali.
Fonte: Variety
"(Per) Cannes, la sua anima, la sua storia, la sua efficienza, è un modello che non funzionerebbe. Che cos'è un festival digitale? Una competizione digitale? Dovremmo iniziare chiedendo ai titolari dei diritti se sono d'accordo", ha dichiarato Frémaux a Variety.
“Un film di Wes Anderson o di Paul Verhoeven su un computer? Top Gun 2 o Soul in un altro posto che non sia un cinema? Questi film sono stati rinviati per essere proiettati su un grande schermo; perché dovremmo volerli far vedere prima su un dispositivo digitale?", ha detto Fremaux, riferendosi ironicamente ad alcuni dei titoli di cui si è parlato come film in predicato per la prossima edizione di Cannes.
Il grande punto interrogativo intorno all'edizione 2020 è sorto all'inizio di marzo, quando l'epidemia di coronavirus è diventata un problema globale. Dopo settimane di speculazioni, gli organizzatori hanno posticipato l'evento lo scorso 19 marzo, spostandolo dalle consuete date di metà maggio a fine giugno - inizio luglio, anche se le nuove date devono ancora essere fissate (una prospettiva non semplice, data la situazione vigente).
"I registi di film sono guidati dall'idea di mostrare i loro film su un grande schermo e condividerli con altre persone in eventi come i festival, non per far sì che i loro lavori finiscano su un iPhone. Se tutti i festival vengono cancellati, dovremo pensare a un modo per mostrare i film, per evitare di perdere un anno, ma non penso che un'alternativa precaria e improvvisata di Cannes o Venezia sarebbe la soluzione", aggiunge Frémaux.
Le sue parole fanno il paio con i commenti di Alberto Barbera, il direttore della Mostra del Cinema di Venezia, che nelle scorse ore ha escluso la prospettiva che il festival lagunare si svolga sotto forma di evento digitale, distanziandosi dal modello annunciato dal Toronto International Film Festival, definito da Barbera "un altro tipo di festival" (trovate i dettagli nell'articolo allegato in fondo alla pagina). Il Festival di Cannes lavora poi a stretto contatto con distributori ed esercenti francesi, che sono ben rappresentati nel consiglio di amministrazione del festival, e la chiusura di Cannes allo streaming caldeggiata in passato tradisce anche in questo nuovo contesto di allarme una certa riluttanza a cedere il passo alla fruizione digitale del cinema.
Cannes, stando a quanto si può apprendere dai canali ufficiali del festival già da diverse settimane a questa parte, sta proseguendo con la selezione dei film (le date d'iscrizione sono state prorogate di un mese e mezzo), monitorando al contempo l'evoluzione dellla pandemia. Il dilagare del Covid-19 ha già causato 8.911 morti in Francia e il coronavirus potrebbe raggiungere un picco nel paese all'inizio della prossima settimana, secondo i rapporti locali.
Fonte: Variety