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Il personaggio che visse più volte: i vari nomi di James Stewart in Vertigo di Alfred Hitchcock

Considerato il miglior film della storia del cinema secondo un sondaggio della rivista Sight And Sound per conto del British Film Institute, La donna che visse due volte (Vertigo) è un’opera che non smette di fornire nuovi spunti di riflessione a ogni ulteriore visione.

Nella prima parte della pellicola, ad esempio, c’è un brandello di conversazione che sembra casuale e che è invece fondamentale per capire i rapporti più o meno intimi che il protagonista intesse con gli altri personaggi del film: la scena si svolge nell’appartamento di Johnny "Scottie" Ferguson (James Stewart), che ha appena salvato Madeleine (Kim Novak) dal tentativo di suicidio nella Baia di San Francisco. Lei indossa la vestaglia rossa di lui e siede accanto al fuoco mentre i suoi vestiti sono appesi ad asciugare. Gli chiede come deve chiamarlo. Lui le risponde che ha due o tre nomi a seconda del grado di intimità che ha con le persone: gli intimi lo chiamano “Scottie”, i conoscenti “Johnny”, gli estranei “signor Ferguson”. Per cui lei gli replica: “Io dovrò chiamarla signor Ferguson”, che è la meno intima delle tre possibilità e che vuole essere un invito all’avvicinamento. Invito che lui coglie all’istante dicendo: “Dopo quello che c’è stato tra noi, lei può chiamarmi Scottie”. Chi lo chiama Johnny, invece, è Midge, l’amica di cui è stato anche fidanzato e che è ancora innamorata di lui.

La differenza su come viene chiamato da parte delle due donne è sottolineata nella scena in cui Madeleine esce dalla casa di Scottie e dall’altra parte della strada, appostata in macchina, c’è Midge che esclama: “Johnny, Johnny… ecco il tipo di interesse che hai per questa donna!”.

E’ da notare che lo chiama intimamente Scottie anche il suo ex compagno di studi, Gavin Elster, marito di Madeleine che lo incarica di pedinare la moglie. La sottolineatura dell’intimità tra i due racconta di una lunga storia di amicizia che giustifica il fatto che Scottie accetti l’incarico pur controvoglia.

Se pensiamo al fatto che il film è incentrato sul concetto di identità, giocato sul doppio Madeleine/Judy, e che il personaggio di James Stewart sembra invece integro e coerente, il dialogo appare piuttosto rivelatore della complessità di questo film in cui niente è come appare. Nemmeno il protagonista.

 

Sonia Sorrentino

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