Addio, miei coraggiosi Hobbit.
La mia opera è terminata; qui, infine, sulle rive del mare, si scioglie la nostra compagnia.
Non vi dirò "Non piangete"... perché non tutte le lacrime sono un male!
Il 17 dicembre 2003 debuttava nelle sale statunitensi Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, decretando la fine di una delle saghe cinematografiche più apprezzate di sempre da parte di pubblico e critica.
Era il novembre del 1995 quando Peter Jackson iniziava a tastare il terreno riguardo l'acquisizione dei diritti de Il Signore degli Anelli: otto anni più tardi andava concludendosi un viaggio epocale, irto di ostacoli ma anche pregno di emozionanti soddisfazioni. Un'avventura che avrebbe rappresentato un ricordo indelebile per tutti coloro che ne avevano preso parte, consacrando la maestosa opera di Jackson come una delle più influenti e acclamate del nuovo millennio.
Anche la persona più piccola può cambiare il corso del futuro
Come ogni epica conclusione che si rispetti, Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re è il film più denso di emozioni dell'intera saga. Un climax tensivo sensazionale, contraddistinto da un'epicità senza precedenti (e, forse, senza eredi), nel quale convergono con straordinaria potenza tutti i grandi temi che hanno fatto della Trilogia (letteraria e cinematografica) un modello esemplare: amicizia, fedeltà, amore, morte, sacrificio, solidarietà, coraggio.
Questa sera si conclude la maratona di Canale 5 dedicata all'universo di J.R.R. Tolkien e Peter Jackson: nell'attesa di pronunciare fieramente, davanti allo schermo della vostra televisione, le parole "per Frodo" (sappiamo perfettamente che lo farete), andiamo a riscoprire insieme alcune curiosità sul film!
1) Le riprese
Sebbene Il Ritorno del Re rappresenti l'ultimo capitolo della trilogia de Il Signore degli Anelli, la sua realizzazione non ha avuto luogo successivamente ai due film precedenti. È giunto il momento di svelarvi una delle peculiarità più eccezionali della trilogia di Peter Jackson (certamente i fan più esperti ne saranno già a conoscenza): le riprese dei tre capitoli hanno avuto luogo simultaneamente. Per oltre un anno, dall'11 ottobre 1999 al 22 dicembre del 2000, cast e troupe hanno convissuto in Nuova Zelanda, eleggendo Wellington a città adottiva. Le riprese non si sono svolte in ordine cronologico, ma in base alla disponibilità degli attori, al loro arrivo sul set e all'accessibilità delle location. Dal 2001 al 2004, invece, sono state realizzate alcune riprese aggiuntive (6 settimane all'anno circa), per perfezionare ciascun film.
Ricorda Elijah Wood: «Sebbene fossimo abituati a saltare da un film all'altro, ogni volta che dovevamo realizzare qualcosa per Il Ritorno del Re venivamo colti da un entusiasmo senza pari.»
Una strategia produttiva decisamente ardita, a ben guardare: realizzare un'intera trilogia ancora prima che ne esca in sala il primo capitolo? Un'idea da pazzi, a giudizio di molti: un progetto tanto rischioso quanto incredibilmente costoso avrebbe potuto segnare la rovinosa fine della New Line Cinema. E invece...
2) La costruzione di Minas Tirith
Abbiamo già avuto modo di tessere le lodi delle scenografie de Il Signore degli Anelli: è giunto il momento di farlo un'ultima volta. Abbiamo ripercorso la costruzione della Contea, di Gran Burrone, di Edoras, mettendo in luce come ciascuna location sia stata edificata a partire da una cura per i dettagli davvero ammirevole. Ovviamente, tale minuziosità si ritrova anche nella riproduzione di Minas Tirith: imponente capitale del Regno di Gondor, la città funge da teatro di una delle più grandi battaglie della Terza Era.
Gli Uomini di Gondor si configurano come una società militarizzata di ispirazione classica, con una cultura antichissima che sembra ispirarsi in parte all'Impero romano, in parte alla tradizione cavalleresca. Minas Tirith è l'antica città dei re, una gloriosa capitale ora in rovina poiché gli Uomini si sono seduti sugli allori. Scavata nel marmo (la location è stata edificata presso la stessa cava che era servita da ambientazione al Fosso di Helm), la città si sviluppa su sette livelli concentrici, protetti ciascuno da una cinta muraria e da un cancello. Ispirata all'abazia di Mont Saint-Michel in Francia, la capitale è stata anche oggetto di studi da parte degli storici dell'architettura Steven Woodward e Kostis Kourelis, che nel saggio "Urban Legend: Architecture in The Lord of the Rings" la pongono a confronto con La torre di Babele di Pieter Brueghel il Vecchio.
Contraddistinta da una commistione eclettica di stili (a prevalere sono quelli romanico e gotico), Minas Tirith tocca i 305 metri d'altezza all'apice della Torre di Ecthelion. Trattandosi della location cui viene destinato il maggior numero di riprese, per una restituzione il più possibile realistica e, allo stesso tempo, grandiosa, ne furono realizzate due miniature: la prima, in scala 1:72, destinata alle riprese d'insieme; la seconda, in scala 1:14, ai dettagli.
3) Minutaggio e deleted scenes
Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re è il film più lungo della Trilogia di Peter Jackson: l'ultimo capitolo della saga conta 200' nella versione cinematografica, 252' nell'extended version e 263' nella versione estesa Blu-ray. Quest'ultima, distribuita nel 2011, include nei titoli di coda anche i nomi di tutti membri dei più noti fan club internazionali dedicati della Terra di Mezzo, i quali hanno partecipato all'iniziativa di diventare "produttori associati accreditati" in occasione del lancio in Blu-ray dell'edizione estesa (da qui gli 11 minuti in più).
Il Ritorno del Re è anche il capitolo della trilogia che conta il maggior numero di scene inedite: ben 29, a fronte delle 21 de La Compagnia dell'Anello e delle 26 de Le Due Torri.
Di seguito alcune delle deleted scenes più significative:
- La morte di Saruman: Dopo essere stato sconfitto, Saruman si rifugia all'interno di Isengard. Nella versione estesa de Il Ritorno del Re, egli compare in cima alla torre e ha un ultimo confronto con Gandalf il Bianco, il quale cerca di estorcergli informazioni circa i piani di Sauron. Presente anche Re Théoden, che prova a convincere Grima Vermilinguo ad abbandonare il crudele stregone. Quest'ultimo, però, umilia il servo schiaffeggiandolo: in preda a uno scatto d'ira, Grima pugnala Saruman alla schiena, per poi essere abbattuto da un dardo di Legolas. Ormai morente, Saruman precipita dalla sommità della torre. Dalla sua tunica vediamo scivolare il Palantir, che di lì a poco verrà raccolto da Pipino.
- La Bocca di Sauron: Poco prima dello scontro finale alle porte di Mordor, Aragorn, Gandalf, Legolas, Gimli ed Éomer pretendono un confronto con Sauron, ma dalle porte del Cancello Nero esce il suo principale emissario: la Bocca di Sauron, espressione della volontà dell'Oscuro Signore. Giunta al cospetto dei nemici, la creatura mostra loro la cotta di maglia in mithril appartenuta a Frodo, sostenendo la morte dello Hobbit. In preda all'ira, Aragorn sferra un improvviso colpo ai danni dell'ambasciatore di Sauron, decapitandolo: subito dopo dichiara di non credere alle parole da lui pronunciate. Questa scena conferisce un significato emotivo ben più profondo alla frase cult con cui Aragorn carica l'esercito di Mordor ("Per Frodo!"). Inoltre, spiega perché in quell'inquadratura la spada del condottiero sia sporca di sangue.
- Gandalf vs il Re Stregone di Angmar: Quando Pipino e Gandalf corrono a cavallo da Denethor, in procinto di bruciare vivo Faramir, incrociano sul loro cammino il Re Stregone di Angmar, ossia il capo dei Nazgûl. La creatura distrugge il bastone di Mithrandir ed è sul punto di sopraffarlo, salvo poi essere distratto dall'arrivo dell'esercito di Rohan. In realtà questa scena enuncia un grave errore: come spiegato dallo stesso Tolkien, Gandalf possiede nello spirito il medesimo potere di Sauron, il che rende impossibile una sua sconfitta per mano di un Nazgûl. Il romanzo narra una scena simile davanti ai cancelli di Minas Tirith: qui il Nazgûl abbandona il campo di battaglia evitando qualsiasi confronto con lo Stregone Bianco.
- Éowyn e Faramir: I due personaggi non prendono parte alla battaglia davanti al Cancello Nero, in quanto entrambi feriti e costretti a riposare nelle Case della Guarigione. Dopo la partenza dell'esercito di Gondor, guidato dal re promesso Aragorn, vi è una sequenza in cui i due si parlano dolcemente, lasciando intendere si stiano innamorando (nel romanzo è esplicitato il loro matrimonio): tale scena spiega perché, dopo l'incoronazione di Aragorn, Éowyn e Faramir siano inquadrati vicini, colti in un tenero scambio di sguardi mentre applaudono il loro re.
4) Il canto funebre di Pipino
Tra i momenti più drammatici e toccanti de Il Ritorno del Re vi è certamente la missione sucida dei cavalieri di Gondor a Osgiliath. A guidare la carica Faramir, figlio "reietto" di Denethor; ad accompagnarla, le dolenti note di un canto funebre intonato dallo Hobbit Pipino, ora al servizio del Sovrintendente. Nonostante la canzone sia permeata da un profondo senso di malinconia, le sue origini sono protagoniste di un curioso aneddoto: la sceneggiatrice e produttrice Philippa Boyens invitò Billy Boyd (l'attore che presta il volto a Pipino) a comporne la melodia dopo averlo ascoltato cantare in un karaoke di Wellington. Il testo, invece, guarda alla canzone A Walking Song, inventata da Bilbo Baggins e intonata dagli Hobbit nel terzo capitolo del romanzo. Alcuni versi della canzone sono entrati a far parte di un'opera più ampia, scritta da Howard Shore e arrangiata da Philippa Boyens: The Steward of Gondor.
È innegabile che Il Signore degli Anelli continui a rappresentare un modello di riferimento per tanti epigoni: tra questi, anche la serie cult targata HBO Game of Thrones. Già citata in relazione allo scontro al Fosso di Helm, al quale si è ispirata per l'epocale battaglia di Winterfell contro i White Walkers, la serie tv ha emulato l'ultimo film di Jackson anche da un punto di vista "canoro": Jenny of Oldstone, canzone intonata da Podrick Payne alla vigilia della battaglia ed eseguita nei titoli di coda da Florence + The Machine, non può che richiamare alla mente la canzone di Pipino, specie se si considera l'atmosfera cupa in cui entrambe calano personaggi e spettatori.
5) Parliamo di numeri
Il Signore degli Anelli è un'opera da record, questo è ormai appurato. Così come è ormai appurata la straordinaria minuziosità riservata da costumisti e direttori artistici nei confronti di scenografie, abiti, armi e oggetti di scena. Giunti alla conclusione dei nostri speciali, riteniamo lecito ribadire ulteriormente il concetto, servendoci del contributo insindacabile dei numeri. Abbiamo dunque stilato un elenco utile ad esprimere, in termini meramente quantitativi, la grandiosità della Trilogia cinematografica:
- 1.5 milioni di metri di pellicola;
- 15.000 costumi;
- 10.000 frecce;
- 48.000 pezzi tra armi, scudi, guaine;
- 12 milioni di anelli di maglia metallica;
- 50 uccisioni per ogni singolo stuntman da parte di Viggo Mortensen;
- 20.602 comparse;
- 1800 coppie di piedi finti per quattro hobbit;
- 68 miniature;
- 100 locations;
- 350 set
6) Annie Lennox, la voce di Galadriel
Nel 2004 Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re si aggiudicò il Premio Oscar sia per la Migliore colonna sonora (Howard Shore), sia per la migliore canzone: la meravigliosa Into the West, scritta (e interpretata) da Annie Lennox a sei mani con lo stesso Shore e la sceneggiatrice e produttrice Fran Walsh. Scelta per accompagnare i titoli di coda (ma la melodia riecheggia anche in alcuni passaggi del film), tale ballata fu concepita proprio pensando ad Annie Lennox, poiché nella sua voce Howard Shore ritrovava alcune suggestioni del personaggio di Galadriel. Il testo, inoltre, include alcune frasi estrapolate dall'ultimo capitolo del romanzo.
Ad ispirare gli autori nella stesura del testo concorse anche la triste storia di Cameron Duncan, giovane filmmaker neozelandese morto ad appena diciassette anni a causa di un tumore alle ossa. Divenuto amico di Peter Jackson e Fran Walsh, rimasti colpiti dai suoi lavori e dalla sua tenacia, il giovane regista presenziò più volte alle riprese della Trilogia.
7) Ritorno alla Contea
Tra le macro-differenze romanzo/film, vi è senza alcun dubbio il ritorno alla Contea dei quattro Hobbit protagonisti. Giunti dopo tanto tempo nell'anelata terra natìa, Frodo, Sam, Merry e Pipino si vedono costretti a un'ultima battaglia, nota come la Battaglia di Lungacque. A differenza di quanto narrato nella trasposizione cinematografica (vedi punto 3), dopo la caduta di Isengard Saruman trova rifugio nella Contea, sulla quale aveva esteso il proprio dominio durante la Guerra dell'Anello. Dopo aver convinto gli Hobbit a ribellarsi ai soprusi subiti, Frodo, Sam, Merry e Pipino guidano la rivolta contro gli uomini di Saruman: debellati questi ultimi, i quattro eroi hanno un ultimo scontro decisivo con il temibile stregone. Saruman viene infine assassinato da Grima, stanco di patire continue vessazioni e offese da parte del suo padrone (proprio come nel film). Anche Grima morirà, colpito dalle frecce scoccate dagli Hobbit.
Peter Jackson decise di eliminare l'intero capitolo dalla trasposizione cinematografica, probabilmente per non smorzare il climax tensivo ed epico rappresentato dalla battaglia finale alle porte di Mordor, né per intaccare l'atmosfera malinconica che permea il ritorno a casa degli Hobbit.
8) Un ricordo indelebile
Per il cast e la troupe Il Signore degli Anelli ha rappresentato un'esperienza unica, indimenticabile, irripetibile. A legare tra loro i membri del team non sono state soltanto la passione, la professionalità e la dedizione nei confronti dell'impresa, ma anche un profondo rapporto d'amicizia. Rapporto che ha visto coinvolti specialmente i nove membri della Compagnia dell'Anello: Viggo Mortensen, Elijah Wood, Sean Astin, Dominic Monaghan, Billy Boyd, Orlando Bloom, Ian McKellen, John Rhys-Davies e Sean Bean. Gli attori hanno legato a tal punto da prendere un'importante decisione, una scelta che avrebbe fatto di quest'esperienza un marchio indelebile...sulla loro pelle! Tutti i membri della Compagnia*, infatti, portano un tatuaggio recante una scritta in caratteri elfici, il cui significato è il numero NOVE.
* Quasi tutti: John Rhys-Davies, attore che presta il volto al nano Gimli, ha fatto fare il tatuaggio alla sua controfigura!
9) Premi e riconoscimenti
One movie to rule them all: la notte degli Oscar 2004 rappresentò per Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re un successo indimenticabile. L'ultimo capitolo della trilogia firmata Peter Jackson, infatti, fece l'en plein: 11 statuette su 11 candidature, eguagliando il record di vittorie di Titanic (1997) e Ben Hur (1959). Ma non è finita qui! Non solo Il Ritorno del Re fu il primo lungometraggio fantasy della storia ad aggiudicarsi il titolo di Miglior Film, ma fece anche della Trilogia di Jackson la saga cinematografica più premiata di sempre: 17 statuette complessive a fronte di 30 candidature.
«And the Oscar goes to... It's a clean sweep, for Lord of the Rings - The Return of the King: Barrie M. Osborne, Fran Walsh and Peter Jackson!»
Steven Spielberg annuncia la vittoria de Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re
La lista completa degli Oscar vinti:
Miglior film a Barrie M. Osborne, Peter Jackson e Fran Walsh
Miglior regista a Peter Jackson
Migliore sceneggiatura non originale a Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens
Migliore scenografia a Grant Major, Dan Hennah e Alan Lee
Migliori costumi a Ngila Dickson e Richard Taylor
Miglior trucco a Richard Taylor e Peter King
Miglior montaggio a Jamie Selkirk
Miglior sonoro a Christopher Boyes, Michael Semanick, Michael Hedges e Hammond Peek
Migliori effetti speciali a Jim Rygiel, Joe Letteri, Randall William Cook e Alex Funke
Migliore colonna sonora a Howard Shore
Migliore canzone (Into the West) a Howard Shore, Fran Walsh e Annie Lennox
Tra gli altri importanti riconoscimenti ottenuti: 4 Golden Globe (Miglior film drammatico, Miglior regista, Miglior colonna sonora, Miglior canzone); 4 BAFTA (Miglior Film, Migliore sceneggiatura non originale, Migliore fotografia, Migliori effetti speciali); Academy Award per la migliroe canzone originale (Annie Lennox, Into the West).
10) Incassi
Il capitolo conclusivo della saga cinematografica ha rappresentato un record di incassi tale da finire sul Guinness dei Primati. A fronte di un budget di produzione di "soli" 94 milioni di dollari, il film ha riscosso un successo mondiale pari a 1.142.219.401 $. Soltanto in Nord America il film ha incassato 377.845.905 $, mentre worldwide ha toccato la cifra di 764.373.496 $. In Italia, dove ha debuttato il 22 gennaio 2004, ha incassato 22.827.684 €. In occasione dell'uscita de Il Ritorno del Re, molte sale cinematografiche hanno organizzato delle maratone, proiettando La Compagnia dell'Anello e Le Due Torri prima dell'ultimo capitolo.