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Jacques Tati: tutte le avventure di Monsieur Hulot su Amazon Prime Video
Tra i registi più interessanti nel panorama del cinema francese (e non solo), Jacques Tati ha improntato la sua poetica sulla figura di Monsieur Hulot, un outsider che ricorda i personaggi di Charlie Chaplin o Buster Keaton: poche parole, colonne sonore curate al minimo dettaglio e molte gag per mettere a nudo la società a lui contemporanea. Il catalogo italiano di Amazon Prime Video ha messo a disposizione tutta la sua filmografia, dall'esordio con Giorno di festa fino a Parade.

Giorno di festa (1949)



Incorniciato dall'arrivo e dalla partenza del gruppo di giostrai, il film ha una costruzione narrativa parabolica, con un crescendo, un apice e un diminuendo che segue il movimento portato in paese dalla carovana di ambulanti. Diretto progenitore di monsieur Hulot, François è il primo corpo in cui si incarna la clownerie fisica e lunare di Tati. Come sarà in futuro per Hulot, la sua comicità deriva da due condizioni coesistenti: il suo essere irrimediabilmente tagliato fuori dal “progresso” (l'efficientismo delle poste americane) e il suo cercare a tutti i costi di comprenderlo e imitarlo, a suo modo, con esiti disastrosi.

Le vacanze di Monsieur Hulot (1953)



Pipa in bocca, cappello in testa e andatura dinoccolata, Hulot è l'outsider per eccellenza, un uomo libero, ben intenzionato a restare tale, che cerca con scarso successo di comprendere le logiche della massa, restandone sempre ai margini. Nel microcosmo ordinato dell'albergo la sua figura aliena e fuori controllo è la miccia che fa detonare l'effetto comico, costruito sulla accumulazione di una irresistibile serie di gag. Una ragazza, un bambino, una turista inglese e un simpatico omino vessato dalla moglie sono gli unici individui che stanno dalla sua parte. 

Mio zio (1958)



Il terzo lungometraggio di Tati (il secondo che ha per protagonista monsieur Hulot), è il film che sancisce la definitiva maturità artistica del grande comico e regista francese. É anche l'opera che ne decreta il successo internazionale, attestato da uno storico Oscar per il miglior film straniero e dal Premio Speciale della Giuria a Cannes. Preparatorio per il più ambizioso e complesso Play Time (1967), è forse il suo film più equilibrato sotto l'aspetto formale, in cui si manifesta tutta l'abilità del regista nell'utilizzo dei campi totali. 

Play Time – Tempo di divertimento (1967)



«Penso che Play Time sia fatto non tanto per lo schermo quanto per l'occhio». Con queste parole Tati presentava il suo quarto lungometraggio, il più ambizioso, il primo girato in 70mm e l'ultimo grande capolavoro della sua filmografia. Una autentica avventura per l'occhio dello spettatore, sfidato a esplorare i campi totali del film per scovarne i tanti, sovrapposti e simultanei, punti di interesse. Lo spazio delle inquadrature è sfruttato al massimo della sua larghezza e della sua profondità, mentre gli effetti sonori aggiungono complessità all'effetto comico. 

Monsieur Hulot nel caos del traffico (1971)



Il motivo del traffico che, come nel carosello di una giostra, sembra far danzare le automobili in cerchio, già accennato nel finale della sia opera precedente, viene qui ripreso e sviluppato. Il film evolve come un bizzarro road movie in cui il personaggio di Hulot, al centro di una serie di contrattempi, è colto da una distanza ancora maggiore rispetto ai film precedenti. Privo di battute e inquadrato sempre in campi lunghi, Hulot è stavolta ridotto a una sagoma, riconoscibile sebbene quasi del tutto sommersa dall'assurda entropia del traffico automobilistico. 

Parade
(1974)



In quello che si può considerare un nostalgico ritorno alle origini del cineasta francese, Tati omaggia il mondo del circo e del Music Hall, in cui negli anni '30 aveva mosso i suoi primi passi. Sebbene il peso specifico filmico dell'operazione sia limitato, l'aspetto più interessante di Parade, oltre alle belle performance di mimo di Tati stesso, è la sua costruzione. La dimensione dello spettacolo si estende tanto davanti quanto dietro la scena. Il pubblico, sin dall'inizio del film, ne è protagonista: lo seguiamo all'ingresso, nell'intervallo e all'uscita dello spettacolo, e in ognuno di questi momenti non mancano le sorprese.
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