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Kubrick contro Douglas: il mito che aleggia sui 60 anni di Spartacus

Il 6 ottobre di 60 anni fa Spartacus stava passando per la prima volta sul grande schermo, per la precisione durante la première che si tenne a New York City.
Il fascino della pellicola va oltre il suo indubbio valore cinematografico, ottimo esempio di blockbuster storico in grado di aggiudicarsi quattro premi Oscar: miglior attore non protagonista; miglior fotografia; miglior scenografia; migliori costumi.
Come dicevamo, Spartacus è una di quelle opere la cui mitologia aleggia tutt’intorno a esse: con l’inizio degli anni ’60 il maccartismo iniziava a vacillare e il famoso peplum rappresentò un simbolo di ribellione. L’attore e produttore Kirk Douglas, con un gesto semplice e al contempo coraggioso, firmò la pellicola con il nome del suo vero sceneggiatore: Dalton Trumbo, finito da tempo nella black list del senatore McCarthy.

È proprio attorno a questo fatto che ruota un altro dei miti del film: il rapporto conflittuale tra la star (Kirk Douglas) e il regista (Stanley Kubrick).
Il primo film a colori di uno dei maestri della settima arte è sempre stato considerato dall’autore stesso una vera e propria spina nel fianco: il regista entrò a produzione in corso per sostituire il regista uscente Anthony Mann e, per la prima volta nella sua carriera, fu costretto a seguire particolari restrizioni (non gli fu garantito il final cut) e i ritmi di lavorazione furono particolarmente serrati.
L’umore sul set non era dei migliori ma gli screzi che tenevano in fermento la troupe cinematografica vennero tenuti nascosti.


I rapporti fra il regista e la star di Hollywood erano tutt’altro che idilliaci: Kubrick si propose di firmare la sceneggiatura e Douglas, grande estimatore della penna di Trumbo, non gradì l’atteggiamento dell’autore newyorkese. L’essere lunatico e altezzoso di Kubrick e il suo abbigliamento trasandato, quasi non curante, incrinarono i rapporti con Douglas che, sentitosi delegittimato dal suo ruolo di produttore, non accettò di buon grado che le sue annotazioni venissero puntualmente ignorate dal regista. Si narra che, una mattina Douglas, già nei panni di Spartacus, si diresse in sella al suo cavallo verso Kubrick, rilegandolo in un angolo davanti alla troupe e intimandogli di abbassare la cresta.

Rapporto d’amore e odio, quindi, tra due colossi della cinematografia che avevano già collaborato in occasione delle riprese di Orizzonti di gloria (1957). Leggenda vuole che i due andarono in terapia dallo psicologo di Douglas per lavorare sulla loro comunicazione e, durante una seduta, a Kubrick fu consigliato il romanzo Doppio sogno di Arthur Schnitzler: da lì avrebbe visto la luce l’ultimo film del regista, Eyes Wide Shut (1999).
Mai consiglio fu più azzeccato!

Simone Manciulli

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