Venezia, 19 marzo 2020 (comunicato stampa) – Si è insediato oggi il nuovo Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia, presieduto da Roberto Cicutto e composto da Luigi Brugnaro (Vicepresidente, Sindaco di Venezia e Presidente della Città metropolitana), Luca Zaia (Presidente della Regione Veneto), Claudia Ferrazzi (designata dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo), Consiglio che sarà in carica per il quadriennio 2020 – 2023.
Dopo aver salutato i componenti del Consiglio - al quale ha partecipato il prof. Amerigo Restucci su delega del Presidente della Regione Veneto - e il Collegio dei Revisori dei conti, composto da Jair Lorenco (Presidente), Stefania Bortoletti e Anna Maria Como – riuniti online per l’emergenza sanitaria in corso – il Presidente Roberto Cicutto ha dichiarato: “Le condizioni eccezionali in cui iniziamo la nostra attività dovranno spingerci non solo a trovare le soluzioni migliori per continuare la missione della Biennale, nell’interesse del suo prestigio internazionale, della città di Venezia e del nostro Paese, ma soprattutto per arricchirla di nuove proposte e di nuovi stimoli per diffondere le arti contemporanee. Senza dimenticare il ruolo della Biennale di fattore di sviluppo e di crescita per la stessa città di Venezia e per il Paese. Ringrazio il Ministro Dario Franceschini per la grande fiducia di cui mi ha onorato nel nominarmi al vertice de La Biennale. Saluto e ringrazio il Presidente Paolo Baratta che lascia una Biennale forte sia dal punto di vista finanziario, che degli indiscutibili successi ottenuti. Ringrazio le Commissioni parlamentari e i loro presidenti. Auguro buon lavoro ai direttori Marie Chouinard, Hashim Sarkis, Alberto Barbera, Ivan Fedele, Antonio Latella. Proprio gli avvenimenti di questi giorni mi hanno fatto comprendere quanto il ruolo della Biennale possa essere anticipatore del tempo presente e come gli artisti e i curatori sentano queste ‘vibrazioni’. Ne è prova il titolo dato da Hashim Sarkis alla sua Mostra di Architettura How will we live together?. Sembra un paradosso che, costretti alla separazione fisica, siamo al tempo stesso protagonisti di una crescita esponenziale dei rapporti interpersonali attraverso le nuove tecnologie. Tutto ciò non può non farci riflettere sui luoghi interni ed esterni della nostra nuova convivenza. E colgo l’occasione per ricordare il grande maestro Vittorio Gregotti (cui tanto deve La Biennale), ‘pensatore’ infaticabile dell’architettura sociale che è fatta di mattoni e cemento, ma soprattutto di relazioni."
Dopo aver salutato i componenti del Consiglio - al quale ha partecipato il prof. Amerigo Restucci su delega del Presidente della Regione Veneto - e il Collegio dei Revisori dei conti, composto da Jair Lorenco (Presidente), Stefania Bortoletti e Anna Maria Como – riuniti online per l’emergenza sanitaria in corso – il Presidente Roberto Cicutto ha dichiarato: “Le condizioni eccezionali in cui iniziamo la nostra attività dovranno spingerci non solo a trovare le soluzioni migliori per continuare la missione della Biennale, nell’interesse del suo prestigio internazionale, della città di Venezia e del nostro Paese, ma soprattutto per arricchirla di nuove proposte e di nuovi stimoli per diffondere le arti contemporanee. Senza dimenticare il ruolo della Biennale di fattore di sviluppo e di crescita per la stessa città di Venezia e per il Paese. Ringrazio il Ministro Dario Franceschini per la grande fiducia di cui mi ha onorato nel nominarmi al vertice de La Biennale. Saluto e ringrazio il Presidente Paolo Baratta che lascia una Biennale forte sia dal punto di vista finanziario, che degli indiscutibili successi ottenuti. Ringrazio le Commissioni parlamentari e i loro presidenti. Auguro buon lavoro ai direttori Marie Chouinard, Hashim Sarkis, Alberto Barbera, Ivan Fedele, Antonio Latella. Proprio gli avvenimenti di questi giorni mi hanno fatto comprendere quanto il ruolo della Biennale possa essere anticipatore del tempo presente e come gli artisti e i curatori sentano queste ‘vibrazioni’. Ne è prova il titolo dato da Hashim Sarkis alla sua Mostra di Architettura How will we live together?. Sembra un paradosso che, costretti alla separazione fisica, siamo al tempo stesso protagonisti di una crescita esponenziale dei rapporti interpersonali attraverso le nuove tecnologie. Tutto ciò non può non farci riflettere sui luoghi interni ed esterni della nostra nuova convivenza. E colgo l’occasione per ricordare il grande maestro Vittorio Gregotti (cui tanto deve La Biennale), ‘pensatore’ infaticabile dell’architettura sociale che è fatta di mattoni e cemento, ma soprattutto di relazioni."