Nomadland di Chloé Zhao è il vero vincitore degli Oscar 2021. Oltre all’ambitissima statuetta per il miglior film, l’edizione 2021 ha celebrato soprattutto il talento di Chloé Zhao premiata come miglior regista undici anni dopo Kathryn Bigelow, unico precedente femminile in 93 anni di storia del premio.
La regista è nata in Cina, ha studiato negli Stati Uniti ed è quindi la prima donna di origini asiatiche a trionfare nella categoria. Alcune vecchie dichiarazioni avevano creato di recente problemi alla distribuzione cinese del film con la stampa che era passata dagli elogi al silenzio. Per quanto possa apparire sorprendente, tutti i media cinesi, incluse testate generaliste come Global Times, hanno completamente taciuto la vittoria della scorsa notte senza riportare la notizia.
Dopo la vittoria ai Golden Globes, era riemersa un’intervista concessa a Filmmaker Magazine, una piccola rivista newyorkese, in cui si parlava delle fonti d'ispirazione per Songs My Brothers Taught Me. Il film parla infatti di adolescenza e la Zhao aveva dichiarato: «Mi ricorda quando ero un’adolescente in Cina, trovarsi in un posto dove ci sono menzogne ovunque».
Al riemergere di questa affermazione, l'atteggiamento dei media e della censura nei suoi confronti è andato radicalmente cambiando. La distribuzione nelle sale cinesi prevista per il 23 aprile è stata bloccata e, per la prima volta nella storia, la cerimonia degli Oscar non è stata trasmessa in contemporanea né dalla rete pubblica CCTV né da una delle principali piattaforme di streaming nazionali.
Un atteggiamento assolutamente curioso se si considera che per la vittoria di Green Book l’agenzia Xinhua aveva gridato alla vittoria cinese solo perché il film era stato co-finanziato da una sussidiaria di Alibaba Group.
Poche le eccezioni: il sito 163.com ha parlato della vittoria della Zhao celebrandola in quanto «seconda cineasta cinese a vincere l'Oscar per la Miglior Regia, dopo Ang Lee». Anche i social media Wechat e Weibo hanno celebrato la vittoria senza censurare il video del suo discorso di accettazione. La censura in Cina non sembra insomma cedere il passo nemmeno a traguardi di massimo rilievo.
Fonte: The Hollywood Reporter