I 10 migliori film sulla Prima guerra mondiale
29/01/2020
“Tornerete nelle vostre case prima che siano cadute le foglie dagli alberi”: con queste parole Guglielmo II salutava le truppe tedesche in partenza per il fronte. Era la prima settimana di agosto del 1914. Ognuna delle potenze allineate nello scacchiere bellico era fermamente convinta di poter sbaragliare la concorrenza in una guerra lampo. Come tristemente sappiamo però, la storia ci riporta tutt’altra tragica verità. A pochi giorni dall’uscita di 1917, il film diretto da Sam Mendes, ripercorriamo questa plumbea parentesi dell’umanità attraverso 10 film che hanno puntato l’obiettivo sulla Grande Guerra.
Per la patria (1919) di Abel Gance: dramma bellico dai toni funerei e, al contempo, sentimentali. La storia dei tre personaggi incrocia la Grande Guerra andando a comporre uno tra i primi film pacifisti della settima arte.
Ali (1927) di William A. Wellman: film dall’alto tasso di spettacolarità che fa dell’impatto visivo il suo punto di forza. Primo lungometraggio della storia del cinema ad aver vinto il premio Oscar come miglior film, si aggiudicò anche una (meritata) statuetta per i migliori effetti tecnici.
All’Ovest niente di nuovo (1930) di Lewis Milestone: capolavoro del cinema antimilitarista che ritrae con crudezza e coraggio la “follia della guerra”, andando a ribaltare la prospettiva con cui il cinema bellico, fino a quel momento, era stato trattato. Pellicola straordinaria e pietra miliare del cinema sia per forma che per sostanza. Vincitore di due Oscar: miglior film e miglior regista.
Addio alle armi (1932) di Frank Borzage: trasposizione del celebre romanzo di Hemingway che, nonostante il trascorrere del tempo ne abbia evidenziato alcune ingenuità strutturali, riesce comunque a coinvolgere l’animo dello spettatore facendo leva su una forte componente umana. Nominato a quattro Oscar tra cui quello per il miglior film, l'opera vinse la statuetta in due categorie tecniche: miglior fotografia e il miglior sonoro.
La grande illusione (1937) di Jean Renoir: apogeo del regista francese, considerato un capolavoro da pubblico e critica. Pellicola in cui è riscontrabile il trascorso personale di Renoir, ufficiale di Cavalleria e pilota durante la Grande Guerra. Primo lungometraggio francese a ricevere dall'Academy una nomination come Miglior Film, nel 1939.
Orizzonti di gloria (1957) di Stanley Kubrick: il regista statunitense consegna alla storia del cinema uno dei lungometraggi antimilitaristi cardine del XX secolo. La maturità stilistica, la consapevolezza tecnica e la profonda umanità della struggente sequenza finale sono i biglietti da visita di un’opera che è rimasta incastonata nelle pieghe del tempo.
La grande guerra (1959) di Mario Monicelli: grande successo di pubblico e critica per un film destinato a diventare un marchio di fabbrica del cinema italiano degli anni a venire. La scelta di ambientare la ormai collaudata commedia nazionale durante un periodo passato si rivela essere un’ottima intuizione. Straordinarie le performance di Sordi e Gassman: i due attori vestono i panni di due codardi che mantengono però, al contempo, una profonda umanità. Candidato agli Oscar come Miglior film straniero.
Per il re e per la patria (1964) di Joseph Losey: pellicola che confessa l’opinione del regista statunitense sulla follia della guerra. Spiccano le interpretazioni degli attori e alcuni guizzi registici che liberano il film dai limiti teatrali del testo di partenza.
Uomini contro (1970) di Francesco Rosi: racconto sulla Grande Guerra che ci arriva spogliato da qualsivoglia retorica. Prima di una lunga serie di collaborazioni fra Gian Maria Volonté e il regista napoletano.
Gli anni spezzati (1981) di Peter Weir: primo grande successo per il regista australiano. La pellicola alterna il racconto di un’amicizia a quello di una delle pagine più cupe del XX secolo.
Simone Manciulli
Per la patria (1919) di Abel Gance: dramma bellico dai toni funerei e, al contempo, sentimentali. La storia dei tre personaggi incrocia la Grande Guerra andando a comporre uno tra i primi film pacifisti della settima arte.
Ali (1927) di William A. Wellman: film dall’alto tasso di spettacolarità che fa dell’impatto visivo il suo punto di forza. Primo lungometraggio della storia del cinema ad aver vinto il premio Oscar come miglior film, si aggiudicò anche una (meritata) statuetta per i migliori effetti tecnici.
All’Ovest niente di nuovo (1930) di Lewis Milestone: capolavoro del cinema antimilitarista che ritrae con crudezza e coraggio la “follia della guerra”, andando a ribaltare la prospettiva con cui il cinema bellico, fino a quel momento, era stato trattato. Pellicola straordinaria e pietra miliare del cinema sia per forma che per sostanza. Vincitore di due Oscar: miglior film e miglior regista.
Addio alle armi (1932) di Frank Borzage: trasposizione del celebre romanzo di Hemingway che, nonostante il trascorrere del tempo ne abbia evidenziato alcune ingenuità strutturali, riesce comunque a coinvolgere l’animo dello spettatore facendo leva su una forte componente umana. Nominato a quattro Oscar tra cui quello per il miglior film, l'opera vinse la statuetta in due categorie tecniche: miglior fotografia e il miglior sonoro.
La grande illusione (1937) di Jean Renoir: apogeo del regista francese, considerato un capolavoro da pubblico e critica. Pellicola in cui è riscontrabile il trascorso personale di Renoir, ufficiale di Cavalleria e pilota durante la Grande Guerra. Primo lungometraggio francese a ricevere dall'Academy una nomination come Miglior Film, nel 1939.
Orizzonti di gloria (1957) di Stanley Kubrick: il regista statunitense consegna alla storia del cinema uno dei lungometraggi antimilitaristi cardine del XX secolo. La maturità stilistica, la consapevolezza tecnica e la profonda umanità della struggente sequenza finale sono i biglietti da visita di un’opera che è rimasta incastonata nelle pieghe del tempo.
La grande guerra (1959) di Mario Monicelli: grande successo di pubblico e critica per un film destinato a diventare un marchio di fabbrica del cinema italiano degli anni a venire. La scelta di ambientare la ormai collaudata commedia nazionale durante un periodo passato si rivela essere un’ottima intuizione. Straordinarie le performance di Sordi e Gassman: i due attori vestono i panni di due codardi che mantengono però, al contempo, una profonda umanità. Candidato agli Oscar come Miglior film straniero.
Per il re e per la patria (1964) di Joseph Losey: pellicola che confessa l’opinione del regista statunitense sulla follia della guerra. Spiccano le interpretazioni degli attori e alcuni guizzi registici che liberano il film dai limiti teatrali del testo di partenza.
Uomini contro (1970) di Francesco Rosi: racconto sulla Grande Guerra che ci arriva spogliato da qualsivoglia retorica. Prima di una lunga serie di collaborazioni fra Gian Maria Volonté e il regista napoletano.
Gli anni spezzati (1981) di Peter Weir: primo grande successo per il regista australiano. La pellicola alterna il racconto di un’amicizia a quello di una delle pagine più cupe del XX secolo.
Simone Manciulli