Posticipata la data d’uscita nel nuovo film Disney e Pixar Onward – Oltre la magia, diretto da Dan Scanlon e presentato nei giorni scorsi anche alla Berlinale.
Il film, che sarebbe dovuto uscire il 5 marzo, arriverà al cinema il 16 aprile 2020 (in conseguenza dell'epidemia di casi di Coronavirus nel nostro paese e della relativa allerta) e sarà distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Di seguito la nostra scheda del film, con relativa recensione.
In un mondo fatato dove la magia, poco alla volta, è stata sostituita dalla tecnologia, due fratelli elfi scoprono un messaggio segreto lasciato dal padre venuto a mancare durante la loro infanzia. Seguendo le istruzioni, potrebbero ricreare un incantesimo in grado di riportarlo in vita solo per un giorno. Inizia così una caccia al tesoro ricca di imprevisti e ostacoli che condurrà i due ragazzi a riscoprire valori ancestrali.
Ormai da tempo legati a doppia mandata al tema della malinconia (Toy Story 4, Inside Out, Monsters University, Alla ricerca di Dory) e del lutto (Coco, Up), la Pixar firma l'ennesimo gioiello della loro produzione lavorando proprio su entrambe queste componenti. Onward è un viaggio alla (ri)scoperta di se stessi, delle proprie radici familiari e della propria tradizione culturale. La memoria del padre defunto è chiaramente il motore dell'azione, ma si rivela più che altro uno spunto per omaggiare un mondo che non c'è più, quello della fantasia. Schiacciati e soggiogati da una tecnologia tanto accomodante quanto cinica, l'ingenua passione (incarnata dal fratello maggiore Barley) nutrita per draghi, cavalieri, incantesimi, stregoni e gesta eroiche sembra essere sempre più lontana. Eppure basterebbe scavare un po' più a fondo dentro noi stessi per riassaporare il gusto magico di effetti, ma soprattutto affetti, speciali. Onward, dopo un inizio non proprio scoppiettante, ingrana la marcia giusta e conduce il pubblico in un viaggio fantasmagorico ricco di sequenze memorabili (il saluto al furgoncino, la spassosa scena nel distributore di benzina e quella nella taverna) e momenti dall'alto tasso emotivo (si piange, eccome, sul finale). Dan Scanlon è bravo a evitare la facile retorica e tocca al punto giusto i sentimenti del pubblico con immagini semplici ma di grande impatto che ne denotano un talento invidiabile (la scena della danza e del dialogo con l'audiocassetta in primis). Da vedere e rivedere, a qualsiasi età.
Il film, che sarebbe dovuto uscire il 5 marzo, arriverà al cinema il 16 aprile 2020 (in conseguenza dell'epidemia di casi di Coronavirus nel nostro paese e della relativa allerta) e sarà distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Di seguito la nostra scheda del film, con relativa recensione.
In un mondo fatato dove la magia, poco alla volta, è stata sostituita dalla tecnologia, due fratelli elfi scoprono un messaggio segreto lasciato dal padre venuto a mancare durante la loro infanzia. Seguendo le istruzioni, potrebbero ricreare un incantesimo in grado di riportarlo in vita solo per un giorno. Inizia così una caccia al tesoro ricca di imprevisti e ostacoli che condurrà i due ragazzi a riscoprire valori ancestrali.
Ormai da tempo legati a doppia mandata al tema della malinconia (Toy Story 4, Inside Out, Monsters University, Alla ricerca di Dory) e del lutto (Coco, Up), la Pixar firma l'ennesimo gioiello della loro produzione lavorando proprio su entrambe queste componenti. Onward è un viaggio alla (ri)scoperta di se stessi, delle proprie radici familiari e della propria tradizione culturale. La memoria del padre defunto è chiaramente il motore dell'azione, ma si rivela più che altro uno spunto per omaggiare un mondo che non c'è più, quello della fantasia. Schiacciati e soggiogati da una tecnologia tanto accomodante quanto cinica, l'ingenua passione (incarnata dal fratello maggiore Barley) nutrita per draghi, cavalieri, incantesimi, stregoni e gesta eroiche sembra essere sempre più lontana. Eppure basterebbe scavare un po' più a fondo dentro noi stessi per riassaporare il gusto magico di effetti, ma soprattutto affetti, speciali. Onward, dopo un inizio non proprio scoppiettante, ingrana la marcia giusta e conduce il pubblico in un viaggio fantasmagorico ricco di sequenze memorabili (il saluto al furgoncino, la spassosa scena nel distributore di benzina e quella nella taverna) e momenti dall'alto tasso emotivo (si piange, eccome, sul finale). Dan Scanlon è bravo a evitare la facile retorica e tocca al punto giusto i sentimenti del pubblico con immagini semplici ma di grande impatto che ne denotano un talento invidiabile (la scena della danza e del dialogo con l'audiocassetta in primis). Da vedere e rivedere, a qualsiasi età.