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Serie Tv: la top 3 del 2017

Tra le tante novità che hanno contraddistinto il 2017 di Long Take ha trovato posto nel sito anche uno spazio interamente dedicato alle serie tv. Produzioni sempre più ambiziose, che nel corso degli ultimi anni hanno trovato sempre più consensi a livello di pubblico (e soprattutto di critica), elevando il livello tecnico, estetico e registico e, in alcuni casi, raggiungendo i loro fratelli maggiori del grande schermo. Non è un caso, infatti, che diversi registi abbiano deciso di mettersi in gioco: da Paolo Sorrentino con The Young Pope (2016) a Woody Allen, passando per Spike Lee, Steven Soderbergh, David Fincher e arrivando al grande ritorno di David Lynch con Twin Peaks. Sono state molte le serie meritevoli di attenzione durante quest’anno e, in attesa di Black Mirror – in arrivo il 29 dicembre – ecco la nostra top 3:

3) The Crown 2

Grazie ad una maggior consapevolezza, la seconda stagione di The Crown riesce addirittura a superare la prima, che aveva incantato il pubblico e portato un Golden Globe nelle mani della sua protagonista, Claire Foy, oltre a quello vinto per la miglior serie drammatica. Le vicende, ora, si spostano all’esterno di Buckingham Palace, toccando argomenti di politica estera (la crisi di Suez, su tutti), riflessioni di politica interna (la monarchia ha ancora senso di esistere) e le relazioni internazionali (Dear Mrs. Kennedy l’episodio migliore). Il tutto senza trascurare il lato umano dei suoi protagonisti, con cui Netflix racconta ancora una volta la Storia riuscendo ad appassionare il pubblico grazie ad una sceneggiatura e a una fotografia più che convincenti.

2) Mindhunter

Mindhunter

David Fincher porta sul piccolo schermo tutto il suo repertorio autoriale, estetico e contenutistico. Una fotografia asciutta, pulita, secca, che presenta ambienti gelidi e quasi asettici in cui ambientare le vicende che negli anni ’70 hanno portato alla nascita dei primi profiler all’interno dell’FBI. Non bisogna aspettarsi una produzione in stile Criminal Minds, perché Fincher volutamente dilata i tempi di azione, scava nell’intimo dei suoi personaggi e dei criminali intervistati dalla coppia di agenti, messi anch’essi sotto la lente di ingrandimento del regista, che ne mostra vizi e virtù, debolezze e punti di forza, grazie ad uno script solido e mai banale. Con Mindhunter, Fincher riscrive il genere crime per il piccolo schermo e regala al pubblico un’opera densa, a tratti verbosa, di fine psicologia, come nessuno ha mai fatto prima di lui.

1) Twin Peaks

Twin Peaks

David Lynch l’ha rifatto: il più grande cineasta del nostro tempo ha alzato nuovamente la posta in gioco della contemporaneità consegnando al mondo una strabiliante serie tv in 18 puntate che è stata senza ombra di dubbio la visione seriale più entusiasmante, spiazzante e indimenticabile di tutto il 2018: una rimpatriata in grande stile nella Loggia Nera che ha spostato avanti, ancora una volta, le lancette dell’audiovisivo tutto, un ipertesto lynchiano senza ritorno, ma anche la serie che più di ogni altra, col suo corredo di inceppamenti e sperimentalismi estremi, cancella e riscrive tutto daccapo, come dicevamo nel nostro bilancio finale. In un magma di fascino e stimoli di bellezza ancestrale e siderale, una sola grande certezza: si tratta di un lavoro epocale, di cui si continuerà a parlare per anni e anni.

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