1887: Arthur Conan Doyle fa apparire per la prima volta sulla rivista Beeton’s Christmas Annual il personaggio che, da quel momento in poi, diventerà simbolo del ragionamento deduttivo, delle detective stories, dei gialli: Sherlock Holmes. Uno studio in rosso (1887) è il primo di moltissimi romanzi con protagonista il detective, il suo inseparabile amico e collega John H. Watson e l’iconica 221B di Baker Street.
Numerose le trasposizioni cinematografiche delle loro avventure, che nel corso degli anni hanno preso forme diverse: da un racconto più classico al postmoderno, dall’animazione al film per ragazzi, dalla serie animata alla serie tv. Differenti anche i volti del celebre investigatore: i più celebri sono Basil Rathbone (che lo ha interpretato per ben 17 volte), Christopher Lee, Robert Downey Jr. e Benedict Cumberbatch. Il 3 novembre 1970, a Londra, Billy Wilder presentava il suo Vita privata di Sherlock Holmes. Per celebrare i 50 anni di questo film, ecco una panoramica sui vari titoli ispirati alle opere di Arhur Conan Doyle e al famoso investigatore!
Nel cinema muto: Sherlock Holmes (Albert Parker, 1922)
Il film su Sherlock Holmes più noto del cinema muto (nel 1916 venne realizzata un'altra versione, in cui il detective era interpretato dallo stesso Gillette) è ormai un prodotto che può essere apprezzato soltanto dagli appassionati del celebre investigatore; per tutti gli altri è un lungometraggio come tanti che non riesce a vivere di luce propria. John Barrymore, però, è credibile e perfettamente a suo agio nei panni di Holmes.
In bianco e nero: Le avventure di Sherlock Holmes (Alfred L. Werker, 1939)
Le avventure di Sherlock Holmes (The Adventures of Sherlock Holmes), diretto da Alfred L. Werker, è il secondo film di una serie basata sul personaggio di Sherlock Holmes e interpretata da Basil Rathbone e Nigel Bruce, dopo Il mastino di Baskerville dello stesso anno. Una versione elementare (per citare il celebre adagio con pratagonista Watson) ma gustosa dei celebri personaggi di Conan Doyle, a partire questa volta non da un suo romanzo da un dramma di David Gillette. Nel film il villain, il temibile dottor Moriarty, è impegnato a pianificare una rapina in grande stile alla torre di Londra.
Il thriller: Sherlock Holmes – La valle del terrore (Terence Fisher, 1962)
Piatto e raffazzonato, un film che ruba solo i personaggi dai racconti di Arthur Conan Doyle e non si rifà assolutamente (nonostante l'ingannevole titolo italiano) al celebre romanzo La valle della paura. Prodotto in Germania e diretto svogliatamente da Terence Fisher, è uno dei risultati meno felici della carriera del regista Hammer: la sceneggiatura firmata da Curt Siodmak (fratello del celebre Robert) non aiuta e persino Lee nei panni dell'implacabile detective non entusiasma.
La commedia: Vita privata di Sherlock Holmes (Billy Wilder, 1970)
Stramba e conturbante trasposizione cinematografica del celebre ispettore uscito dalla penna di Conan Doyle, nella quale un Billy Wilder a fine carriera, ormai lontano dai fasti e dai grandi successi delle sue commedie degli anni '50 e '60, usa la storia di spionaggio del plot solamente come un pretesto per gettare luce nell'animo pieno di ombre di Sherlock Holmes, descritto come un maschio non virile, affettato, misogino, cripto-gay, un corpo di uomo abitato, forse, da una donna (non per nulla, il tema del travestimento e dello scambio di sessi aveva da sempre interessato Wilder).
La serie animata: Il fiuto di Sherlock Holmes (Hayao Miyazaki, 1984)
Il maestro Hayao Miyazaki prende spunto dalle avventure raccontate nei romanzi di Arthur Conan Doyle plasmandole con il suo stile inconfondibile. Il protagonista è un cane e non mancano i riferimenti alla poetica del regista, a pochi anni dal suo esordio con i lungometraggi animati e solo un anno prima della fondazione dello Studio Ghibli.
Per ragazzi: Piramide di paura (Barry Levinson, 1985)
Piramide di paura propone una vicenda originale in cui compare un giovane Sherlock Holmes che si rivolge a un pubblico più che altro adolescenziale. Sceneggiatura rispettosa del lavoro dello scrittore scozzese, ritmo discreto che si rifà agli altri prodotti di intrattenimento degli anni '80 e spirito fanta-avventuroso spruzzato di umorismo, in linea con la costruzione del profilo giovanile di un Holmes più avventato rispetto a quello che siamo abituati a conoscere dalle pagine dei romanzi.
L’animazione: Basil l’investigatopo (Ron Clements, Burny Mattinson, David Michene, John Musker, 1986)
Divertente e spiritosa variazione delle storie dell'immortale investigatore creato da Arthur Conan Doyle, già filtrate dal racconto Basil of Baker Street (1958) di Eve Titus, è il primo film Disney in cui appare la grafica 3D, impiegata per ricostruire gli interni del Big Ben. Il film, di certo non un capolavoro e “vittima” inconsapevole della mancanza di integrità, forza e potenza dei cartoons Disney prodotti negli anni Ottanta (eccezion fatta per La sirenetta del 1989), è tuttavia godibile, curatissimo dal punto di vista grafico e compiaciuto nel gioco delle contaminazioni con i personaggi dell'universo di Conan Doyle.
Postmoderno: Sherlock Holmes (Guy Ritchie, 2009)
Guy Ritchie si ispira al celebre personaggio creato da sir Arthur Conan Doyle e, supportato dall'adattamento per lo schermo a opera di Lionel Wigram e Michael Robert Johnson (anche sceneggiatore con Anthony Peckam e Simon Kinberg), confeziona un divertissement frenetico e chiassoso. Le finezze deduttive della materia di base sono completamente tralasciate in favore di un'azione forsennata e di virtuosismi tecnici altamente spettacolari e un po' gratuiti (i ralenti che esaltano le numerose sequenze di combattimento, la quasi schizofrenica mobilità della macchina da presa, il montaggio velocissimo e serrato).
Serie tv: Sherlock (2010)
Creata da Steven Moffat e Mark Gatiss, la serie tv è amientata ai giorni nostri e si è subito fatta notare per una sceneggiatura complessa e brillante, oltre che per l'ottima interpretazione di Benedict Cumberbatch, anche se va segnalato un Martin Freeman all'altezza come Watson. Le soluzioni visive e registiche accattivanti non mancano, portando la serie, almeno nelle prime stagioni, ad essere tra i migliori adattamenti delle opere di Arthur Conan Doyle.
La vecchiaia: Mr. Holmes – Il mistero del caso irrisolto (Bill Condon, 2015)
Sherlock Holmes va al cinema a vedere come sono state rappresentate le sue disavventure: il personaggio sullo schermo è decisamente diverso da lui, che non ha mai portato quello strambo cappello e che alla pipa preferisce un buon sigaro. Lo spunto è interessante e Ian McKellen è in parte, ma oltre alla “ridefinizione” dell'investigatore in chiave anziana, di questo Mr. Holmes – Il mistero del caso irrisolto rimane davvero poco da segnalare.