«Ho solo una parola per te: Tenet»
Tenet, nome:
Un principio o un fondamento, soprattutto in ambito religioso o filosofico.
Origine: tardo XVI secolo. Dal latino, letteralmente "egli tiene", dal verbo tenere.
Tenet, verbo transitivo e intransitivo II coniugazione (tĕnĕo, tĕnes, tenui, tentum, tĕnēre):
Tenere, reggere, avere in mano.
Tenet è uscito da un mese e, tra alti e bassi, sta ancora dominando il box office e le conversazioni degli appassionati.
C’è chi ha cercato di rendere più chiara la struttura del film con disegni e schemi, chi si è messo ad analizzare la scienza dietro il concetto di “entropia inversa” e chi, invece, si è soffermato sul titolo e sulla tradizione dei palindromi che lo accompagna.
Se, infatti, Tenet è una parola di senso compiuto in lingua inglese, lo è anche in latino ed è lo stesso Nolan a riempire il film di indizi per farci pensare a uno dei più grandi enigmi della storia archeologica: il Quadrato del Sator.
L’iscrizione latina, costruita come un quadrato magico, forma un palindromo eccezionale perché, oltre a poter essere letto da sinistra a destra e da destra a sinistra, può anche essere letto dall’alto in basso e viceversa.
SATOR
AREPO
TENET
OPERA
ROTAS
Questa iscrizione è stata ritrovata in moltissimi luoghi, dalla Spagna all’Ungheria e persino a Pompei (i quadrati della città campana sembrano essere i più antichi, visto che andrebbero ovviamente datati a prima del 79 d.C., anno in cui l’eruzione ha distrutto il luogo). Ed è proprio la sua presenza nei posti più disparati a rendere ancora più frustranti le difficoltà nella decifrazione del suo contenuto.
Enigmi e significati misteriosi sono da sempre una delle colonne portanti (un tenet, potremmo dire in inglese) del cinema di Nolan, quindi non possiamo che stare al gioco e provare a mettere insieme alcune informazioni sul Quadrato del Sator, accostando le interpretazioni classiche con l’uso che ne fa Nolan nel film.
SATOR
Secondo gli studiosi potrebbe voler dire “seminatore” ma potrebbe anche riferirsi a Giove o a Saturno o addirittura al “creatore”, scegliendo l’interpretazione in chiave cristiana.
Per Nolan, invece, Sator è il cognome del personaggio interpretato da Kenneth Branagh, l’oligarca russo che muove le fila di un complotto internazionale.
AREPO
Questo è il nodo più problematico dell’intera iscrizione perché la parola viene considerata un hapax legomenon (cioè una parola che compare una sola volta e in un solo contesto, rendendo così difficile la traduzione vista l’impossibilità di relazionarla ad altre occorrenze). Le ipotesi sul significato non mancano: potrebbe essere un nome proprio oppure un acronimo o ancora potrebbe voler dire “aratro” o essere collegata all’universo contadino.
Una sola cosa è certa: in Tenet, Arepo è di nuovo un cognome, nello specifico quello dell’autore del falso Goya, Thomas Arepo.
TENET
La parola più facile. È la terza persona singolare di teneo, modo indicativo, tempo presente: "egli tiene".
Qui Nolan non fornisce interpretazioni ulteriori anzi, lascia ambiguità tra l’uso latino e quello inglese.
OPERA
Per gli studiosi del Quadrato può avere due significati principali: “con cura” oppure, più semplicemente, “le opere”.
Anche nel film la parola ha doppia valenza: si potrebbe interpretare come l’Opera di Kiev, teatro della spettacolare sequenza iniziale, oppure si potrebbe collegare all’opera d’arte firmata da Arepo e chiave di volta della relazione fra il Protagonista (John David Washington) e Katherine (Elizabeth Debicki).
ROTAS
Qui, come per “tenet”, non ci sono molti dubbi: in latino la parola vuol dire “le ruote”.
Come l’ha inserita Nolan nel suo film? Rotas è il nome dell’azienda responsabile della sicurezza dei quadri a Oslo.
Come tradurre, quindi, l’iscrizione? Ovviamente le possibilità sono molteplici ma limitiamoci a esporne due, una classica e una nolaniana.
Dal latino, SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS:
“Il seminatore tiene con cura le ruote dell’aratro”
Da Nolan, SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS (e con un po’ di libertà rispetto ai casi):
“Sator Tiene le Opere di Arepo nella Rotas”
Nulla di sicuro e determinato, quindi, ma molto su cui ragionare, come capita sempre con il cinema di Christopher Nolan.
Francesca Sala